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Crisi Grecia, rinvio pagamento Fmi "brutto segno"

Fitch non crede che Atene riuscirà a pare in unʼunica soluzione 1,5 miliardi. E non esclude il default

grecia crisi tsipras
-afp

La decisione della Grecia di rinviare il pagamento al Fondo monetario internazionale è "un brutto segno" sia per i negoziati con le istituzioni sia per i mercati. La scelta di Atene, affermano fonti vicine alle trattative, "aggiunge tensione" anziché facilitare una soluzione e contribuisce ad "alimentare i dubbi" dei creditori.

Prosegue insomma il braccio di ferro, fatto smentite e controsmentite, accordi sfumati e rumors tra Atene e i suoi creditori, Ue ed Fmi.

La proposta di accordo presentata dal presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker è stata una brutta sorpresa, ha detto il premier greco Alexis Tsipras in parlamento aggiungendo di sperare che i creditori ritirino la loro proposta perché non è realistica. "La Grecia vuole una soluzione definitiva sulla questione della sostenibilità del debito che metta fine allo scenario di Grexit, ha aggiunto il premier ellenico, precisando che che i greci non vogliono che il governo ceda a ricatti.

La prima conseguenza di ciò è stato il crollo della Borsa ellenica, che ha trascinato con sè le altre Piazze europee. L'indice Ase ha perso infatti il 4,96%, affossato da tensioni e rischio default.

E il fatto che la Grecia abbia deciso, non solo di rifitare l'accordo proposto dai creditori europei, ma anche di accorpare i pagamenti di giugno al Fmi in un'unica tranche da 1,5 miliardi "evidenzia la estrema pressione" sulle casse del governo, e "non si può ignorare il rischio" che Atene non riesca a pagare a fine mese. Lo scrive l'agenzia di rating Fitch, mantenendo il rating 'CCC' sulla Grecia che riflette come un default sia una "possibilità reale".