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Crisi economica, Cgia: investimenti pubblici crollati del 35%

La ripartizione territoriale che ha registrato la contrazione più importante è stata il Nordest che ha subito un "taglio" pari a 5,3 miliardi di euro (-37,4%).

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Investimenti a picco in Italia, un autentico crollo.

Dal 2005 al 2017, secondo la Cgia di Mestre, la contrazione è stata del 20%; ma rispetto al 2009, punta massima di crescita registrata prima della crisi, la riduzione è stata pesantissima: -35%. Nessun altro indicatore economico ha registrato una caduta percentuale così rovinosa. In termini nominali in questi ultimi 8 anni abbiamo "bruciato" 18,6 miliardi di euro di investimenti.

La ripartizione territoriale che ha registrato la contrazione più importante è stata il Nordest che ha subito un "taglio" pari a 5,3 miliardi di euro (-37,4%). Friuli Venezia Giulia (-51,1), Piemonte (-44,9) ed Emilia Romagna (-41,9) sono state le regioni piu' "colpite" da questa "sforbiciata".

Se rispetto al 2016 abbiamo leggermente invertito la tendenza, nella Nota di aggiornamento del Def presentata nelle settimane scorse si evince che nel 2017 l'ammontare complessivo della spesa per investimenti del settore pubblico si dovrebbe attestare a quota 35,5 miliardi di euro.

A livello territoriale, invece, gli ultimi dati disponibili sono aggiornati al 2015 e includono anche quelli realizzati dal Settore pubblico allargato (Spa), ovvero dalle imprese pubbliche nazionali (Posteitaliane, Gruppo Ferrovie dello Stato, Terna, Aci, Gestore servizi elettrici, etc.) e da quelle locali (Municipalizzate, Consorzi di Enti locali, etc.).