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Nell'Ue cresce la spesa delle famiglie destinata all'abitazione

Secondo i dati Eurostat in questo arco temporale si è passati dal 22,5% della spesa totale delle famiglie nel 2005 al 24,4% nel 2015

Nel 2015, nell'Unione europea, la principale voce di spesa delle famiglie è stata quella destinata alla casa, compresi i consumi legati all'abitazione come acqua, elettricità e gas.

Si tratta di una spesa totale di quasi 2.000 miliardi di euro, il 13,4% del Pil europeo. Ma è, soprattutto, il capitolo che negli ultimi dieci anni è aumentato di più.

Secondo i dati Eurostat, infatti, in questo arco temporale si è passati dal 22,5% della spesa totale delle famiglie nel 2005 al 24,4% nel 2015 (+1,9 punti percentuali). Tendenze analoghe si possono osservare in molti paesi Ue, mentre ampie quote di spesa le famiglie le hanno destinate sui mezzi di trasporto (13% della spesa totale), sui prodotti alimentari e bevande analcoliche (12,3%), sui beni e servizi (11,5%), su ristoranti e alberghi (entrambi 8,5%).

Come già detto i consumi per le abitazioni rappresentano la prima voce di spesa delle famiglie in molti paesi Ue. Nel 2015 le famiglie dedicano in misura maggiore la loro quota di spesa per i consumi domestici in Danimarca (29,4%), Finlandia (28,2%), Francia (26,4%), Svezia (26%), Repubblica Ceca (25,9%) e Regno Unito (25,6%). Al contrario Malta (10,1%), Lituania (15,8%), Cipro (16,6%), Estonia (18,%), Bulgaria, Portogallo e Slovenia (18,8%) e Ungheria (19,1%) sono quelli dove l'esborso delle famiglie è minore per questa tipologia di spesa. L'Italia si attesta poco sotto la media europea.

Tra il 2005 e il 2015, la quota di spesa dedicata alla casa è cresciuta in diversi Stati membri dell'Ue. In particolare in Spagna (dal 17,4% della spesa totale delle famiglie nel 2005 al 23,% nel 2015), Irlanda (+5%) e Portogallo (+4,5%), Paesi Bassi (+3,8%), Finlandia (+3,6), Lettonia (+3,3), Danimarca (+3,1). Tra questi anche l'Italia (+3,3). Mentre è scesa in Slovacchia (dal 26,2% del 2005 al 24,9% nel 2015), Svezia (-1), Malta (-0,9), Polonia (-0,7 pp), Germania (-0,4) e Slovenia (-0,1).