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Come sono cambiati i consumi degli italiani

Secondo Confcommercio, dal 1995 ad oggi abbiamo assistito ad una progressiva “terziarizzazione” dei consumi

Uno studio di Confcommercio sottolinea che la spesa degli italiani è cambiata molto nel corso dell'ultimo ventennio.

Alcune voci (alimentari, mobili, vestiario e trasporti) hanno perso complessivamente il 6,6% di spesa. Contemporaneamente, però, sono aumentate le spese per alimentazione fuori casa e quelle obbligate, cresciute rispettivamente del 2 e del 5,6% nell'arco degli ultimi venti anni. Duranti i quali si è assistito ad una progressiva “terziarizzazione” dei consumi: ad oggi i servizi incidono per il 52,6% sulla spesa delle famiglie italiane contro il 47,4% dei beni.

Quanto ai consumi pro capite, al netto dei prezzi, Confcommercio registra “una crescita eccezionale” per l'elettronica di consumo e beni e servizi per le telecomunicazioni. Tutte voci di spesa che rispetto ad altre soffrono meno le congiunture negative. Secondo lo studio, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2016, sono cresciuti tanto i prezzi dei beni commercializzabili (+40%) quanto, seppure in modo più consistente, quelli delle spese obbligate (+80%) e per l'abitazione, con punte vicine al 100%.

Anche la crisi economica ha contribuito molto a cambiare le abitudini di spesa degli italiani: aumentando le incertezze, la crisi ha costretto molti consumatori ad essere più attenti su quanto e su cosa spendere. Si è verificata così una contrazione della spesa: secondo un'analisi di Federconsumatori, tra il 2012 e il 2015 si è verificata una riduzione complessiva della spesa delle famiglie italiane di 72,2 miliardi di euro, pari a un calo del 10,2%.