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Confindustria sorride: "Fuori dalla recessione nel primo trimestre 2015"

Il Centro studi dellʼassociazione: "Pil a +0,5% il prossimo anno e +1,1% nel 2016, quando inizierà a calare anche la disoccupazione"

Giorgio Squinzi confindustria
ansa

Il Centro studi di Confindustria stima che il Pil italiano chiuda il 2014 con un calo dello 0,5% e prevede che inizi a risalire nel 2015 con un +0,5% e prosegua nel 2016 con un +1,1%. L'Italia, che dovrebbe chiudere il primo trimestre del prossimo anno con un rialzo del Pil dello 0,2%, uscirebbe quindi dalla recessione. Il biennio 2015-2016, secondo l'associazione degli industriali, sarà per l'Italia "un biennio di graduale recupero".

"Lo scenario economico globale si presenta nettamente migliore rispetto a tre mesi fa. L'incertezza rimane principale ostacolo", aggiungono gli esperti.

Disoccupazione giù dal 2016 - Bene il Pil fin dai primi mesi del 2015, quindi. Meno bene, invece, la questione occupazione. Il tasso di disoccupazione, il prossimo anno "rimarrà ancorato sugli alti livelli di fine 2014", salendo ancora dal 12,7% previsto in media d'anno al 12,9%, "mentre scenderà progressivamente nel 2016, di pari passo con la ripresa dell'occupazione, registrando un 12,6% in media d'anno (12,4% nel quarto trimestre)". E' quanto rende noto il Centro studi. Per il 2014 il tasso di disoccupazione raggiunge il 14,2% "se si considera l'utilizzo massiccio della cig".

"14 miliardi grazie a crollo petrolio" - Il crollo del prezzo del petrolio, diminuito di oltre un terzo nell'arco di alcune settimane, per l'Italia significa "un guadagno di 14 miliardi annui". E un impatto di +0,3% sul Pil 2015 e un altro +0,5% nel 2016. Lo indica il Centro studi di Confindustria, spiegando che il calo "comporta il trasferimento di oltre mille miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissimo numero di produttori, con enormi ricchezze, ad un'ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più alta propensione alla spesa".

"Persi 300 miliardi in 20 anni per corruzione" - Il Centro studi di Confindustria parla anche di corruzione. "E' un vero freno per il progresso economico e civile. Se con Mani Pulite l'Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia (-1 punto), il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più, circa 5mila euro a persona", in questo arco di oltre venti anni.