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Confindustria rivede al rialzo Pil 2017, "ma manca ancora lavoro"

Gli industriali evidenziano che "in Italia ci sono 7,7 milioni di persone a cui manca unʼoccupazione, in tutto o in parte", un bacino "ancora troppo ampio"

Confindustria rivede al rialzo Pil 2017,
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Confindustria rivede in forte rialzo le stime sul Pil per il 2017, indicando una crescita del +1,3%, contro il precedente +0,8%.

Migliorano anche le stime per il Pil del 2018, al +1,1% (dal +1,0%). Nonostante ciò il centro studi di Confindustria sottolinea come non si debba "dimenticare che in Italia ci sono 7,7 milioni di persone a cui manca il lavoro, in tutto o in parte", un bacino "ancora ampio".

Ai 3 milioni di disoccupati nel primo trimestre 2017 (+81,2% rispetto a nove anni prima) bisogna aggiungere gli occupati part-time involontari (2,6 milioni, +109,3%) e i non-occupati che sarebbero disponibili a lavorare ma non hanno compiuto azioni di ricerca attiva (1,4 milioni, +39,6%) oppure che stanno aspettando l'esito di passate azioni di ricerca (650mila, +105,5%). In totale, si tratta, appunto, di 7,7 milioni di persone (+81,5%).

Un'altra misura del deterioramento strutturale del mercato del lavoro durante la crisi "è l'ormai elevatissimo stock di disoccupati di lunga durata": nel primo trimestre 2017 le persone alla ricerca di un impiego da almeno dodici mesi erano poco meno del 60% del totale dei disoccupati, 1,7 milioni (+125,9% rispetto al primo 2008, -0,1% rispetto a inizio 2016).

Debito pubblico alto - La discesa del deficit pubblico è lenta: al 2,3% del Pil quest'anno e al 2,4% nel 2018 (al lordo delle clausole di salvaguardia che valgono 0,9 punti di Pil). Non scende il rapporto tra debito pubblico e Pil: 133,2% e 133,7%, da 132,6% del 2016. L'andamento dei conti pubblici dipende dal Pil nominale, che rimane frenato anche dalla bassa inflazione.

Occupazione rallenta, orari di lavoro più lunghi - Nel 2017 e nel 2018 l'occupazione rallenterà allo 0,9% e allo 0,8% dal +1,4% del 2016. E' quanto stima il Centro Studi di Confindustria spiegando che "l'allungamento degli orari ancora corti smorza la creazione di posti di lavoro". Alla fine del biennio le persone occupate torneranno sopra il livello pre-crisi, mentre le unita' di lavoro saranno ancora di 900mila sotto.