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Commercio, report Istat: "La domenica lavorano soprattutto le donne"

I lavoratori domenicali sono relativamente più giovani: il 42,9% ha meno di 35 anni. Un italiano su 2, poi, fa acquisti di sabato

Commercio, report Istat:
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A lavorare la domenica nel settore del commercio "sono soprattutto le donne" che rappresentano il 61,1% dei lavoratori domenicali, rispetto a una quota media sul totale degli occupati pari al 47,8%.

E' quanto emerge dall'audizione Istat alla Camera sulla disciplina degli orari di apertura dei negozi. Inoltre, i lavoratori domenicali sono relativamente più giovani: il 42,9% ha meno di 35 anni rispetto a una presenza del 35,9% nella media del settore.

In crescita lavoro part-time - Alta e in crescita l'incidenza del lavoro a tempo parziale nel commercio al dettaglio. Fra il secondo trimestre del 2010 e il secondo del 2018 l'incidenza delle posizioni a tempo parziale sul totale è aumentata di 12,6 punti percentuali arrivando al 51,5%. "L'incremento dell'utilizzo del part-time e' stato nettamente più elevato per le imprese della piccola distribuzione: in questo settore l'incidenza è passata da 38,7% a 56,9% mentre nella grande distribuzione da 38,3% a 45,8%", ha spiegato il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, Roberto Monducci. "Il forte incremento nella piccola distribuzione si osserva soprattutto a partire dal primo trimestre del 2012, in una fase caratterizzata da notevoli segnali recessivi e subito dopo l'approvazione del decreto legge 201 del 2011", ha sottolineato Monducci.

Un italiano su 2 fa acquisti di sabato - Sulla base delle informazioni rilevate nell'indagine, si stima poi che circa un quarto delle persone di 15 anni e più (24,2%) abbiano effettuato acquisti di beni e servizi nella giornata della domenica, quota più bassa rispetto agli altri giorni della settimana. Il sabato è il giorno con la più alta incidenza di acquirenti (51,9%), percentuale che scende al 43% nei giorni feriali.

Tuttavia nel decennio 2003-2014, la domenica risulta l'unico giorno in cui aumentano gli acquirenti. La crescita però è contenuta (poco meno di due punti percentuali) e concentrata quasi esclusivamente nel periodo 2003-2009. La lettura territoriale degli acquisti domenicali mostra che i residenti del Centro-Italia, con il 25,6%, si collocano sopra la media nazionale, mentre la quota scende al 23,1% per gli abitanti del Mezzogiorno. Osservando, invece, le aree urbane emerge che sono in misura maggiore i residenti nel centro delle aree metropolitane (25,6%) a effettuare acquisti domenicali rispetto a coloro che vivono nei comuni fino a 2.000 abitanti (21,6%).

Ulteriori approfondimenti permettono di cogliere le specificità legate alla condizione lavorativa, alla posizione nel nucleo familiare, al genere. Complessivamente il 27% delle persone occupate, con una leggera prevalenza degli uomini (28,4%), effettua acquisti la domenica rispetto a circa il 51% del sabato, giornata preferita, invece, dalle donne (58,9%).

Comportamenti simili, seppur con incidenze diverse, si osservano all'interno dei nuclei familiari. La domenica sono in prevalenza gli uomini, sia nelle coppie con figli (33,2%) sia in quelle senza (31,4%), a effettuare acquisti, mentre le donne continuano a privilegiare il sabato (rispettivamente 66 e 61,7%). Il tempo che i consumatori dedicano mediamente agli acquisti la domenica (1 ora e 7 minuti) è pressoché uguale a quello impiegato da chi sceglie il giorno feriale, e di circa 10 minuti inferiore al tempo impiegato durante il sabato (1 ora e 18 minuti). Rispetto al 2002 (47 minuti) il tempo riservato agli acquisti domenicali è aumentato di 20 minuti mentre non si registrano variazioni rilevanti per gli altri giorni della settimana.

606.224 esercizi al dettaglio, Italia prima in Ue - Con 606.224 imprese attive, l'Italia si posiziona nel 2016 al primo posto tra i principali paesi Ue per numerosità di esercizi commerciali al dettaglio, seguita dalla Francia (507mila) e dalla Spagna (487mila). Nel settore, sempre secondo l'Istat, sono impiegati 1,9 milioni di addetti, valore prossimo a quello della Francia (2 milioni) e di poco superiore alla Spagna (1,7 milioni).