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Boom di ristoranti e bar, ma la chiusura arriva dopo 5 anni

Migliaia di nuove aperture in poco tempo su tutto il territorio nazionale. Eppure, secondo i dati di Unioncamere, il 45% delle attività non raggiungerà il terzo compleanno

Boom di ristoranti e bar, ma la chiusura arriva dopo 5 anni - foto 1
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Ristoranti e bar spopolano per le strade italiane: negli ultimi cinque anni sono aumentati del 10% soprattutto a Roma, Milano e Napoli.

E' quanto emerge dai dati pubblicati dalla Unioncamere sul periodo tra il 31 dicembre 2011 e il 31 dicembre 2015. Alla fine dello scorso anno si contavano 367mila tra ristoranti e bar sul territorio nazionale, in crescita di 31mila unità rispetto a cinque anni prima. Malgrado i numeri apparentemente positivi, solo in pochi riescono a tenere in piedi la propria attività a 5 anni dall'apertura: 3 su 4 delle imprese nate dal 2011 hanno già abbassato la saracinesca.

La geografia della ristorazione Tra queste, il 45% non è riuscito nemmeno a resistere al terzo anno di vita. Tuttavia, non è così dappertutto: in alcune grandi città italiane i numeri migliorano sensibilmente. A Milano, Napoli, Roma e Firenze i livelli di mortalità delle attività iscritte nel 2011 sono inferiori alla media nazionale, sia per bar che per i ristoranti. In particolare, le attività di ristorazione più "resistenti" si trovano nel capoluogo toscano dove il 57% di queste risulta ancora sul mercato dopo cinque anni. La "maglia nera", invece, va a Torino dove il 47,4% di queste attività ha una "speranza di vita" inferiore ai tre anni.

I numeri complessivi A livello regionale è la Lombardia a registrare al 31 dicembre 2015 il numero più alto in Italia di bar e ristoranti (rispettivamente 27.679 e 29.285), seguita dal Lazio (22.430 ristoranti e 17.925 bar) e dalla Campania (17.754 attività di ristorazione e 15.145 bar). Ma in termini relativi nell'ultimo quinquennio è la Sicilia ad aver messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione +16%), seguita dalla Campania (+14% con una punta del +15% per i bar) e dall'Umbria (+12%, spinta dai bar +13%).