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Assemblea Bpm approva fusione con il Banco Popolare

La nuova società avrà sede legale a Milano e sede amministrativa a Verona. Il progetto di fusione prevede un cda di 19 componenti

L'assemblea della Banca Popolare di Milano ha approvato la fusione con il Banco Popolare, da cui nascerà il terzo gruppo bancario italiano.

Si tratta delle prima aggregazione tra ex popolari dopo la riforma del governo Renzi, che ha imposto la trasformazione delle grandi banche cooperative in società per azioni. L'approvazione dell'assemblea della Bpm segue quella dei soci del Banco Popolare.

Il via libera delle assemblee di Verona e Milano sancisce la nascita del terzo gruppo bancario italiano dopo UniCredit e Intesa Sanpaolo. Un gruppo con oltre 170 miliardi di asset e una capitalizzazione di quasi 4 miliardi di euro, che avrà circa 2.500 sportelli e 4 milioni di clienti. Nonché una quota di mercato dell'8,2% a livello nazionale e di oltre il 15% nella sola Lombardia, dove si posizionerà al primo posto.

Il piano strategico del Banco Bpm al 2019 prevede un utile di 1,1 miliardi con il Cet1 al 12,9%. Il piano stima poi sinergie per circa 460 milioni di euro a regime (entro il 2019), di cui 320 relative a risparmi di costi, con un obiettivo di dividend pay-out del 40%. Gli esuberi previsti sono circa 1.800 (su un totale di circa 25.000 dipendenti) che verranno gestiti integralmente su base volontaria e con il ricorso al fondo di solidarietà. Altre 800 risorse verranno allocate in altri ruoli.

La nuova società avrà sede legale a Milano e sede amministrativa a Verona. Sul fronte della governance, il progetto di fusione prevede un cda di 19 componenti. L'amministratore delegato sarà Giuseppe Castagna, il presidente Carlo Fratta Pasini, il vice presidente vicario Mauro Paoloni e i due vice presidenti saranno Guido Castellotti e Maurizio Comolli.

Tecnicamente la fusione si realizzerà con la creazione di una nuova società per azioni, denominata "Banco Bpm", che avrà il ruolo di capogruppo e incorporerà tutte le strutture delle due banche tranne l'intera attuale rete nazionale di oltre 600 sportelli della Bpm, che sarà scorporata per un massimo di tre anni in "Bpm spa" e rimarrà interamente controllata. Per il nuovo Banco Bpm è già stata fatta richiesta di ammissione alla quotazione sul listino di piazza Affari.