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"Con privatizzazioni tariffe alte"

Corte dei Conti:"Le più care dʼEuropa"

Le privatizzazioni in Italia hanno avuto l'effetto di aumentare le tariffe, che risultano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti di altri Paesi europei.

Ad affermarlo è la Corte dei Conti nel rapporto su "Risultati e obiettivi delle operazioni di privatizzazioni di partecipazioni pubbliche" facendo riferimento anche alle banche e alle autostrade.

In pratica le nostre utilities privatizzate, come acqua e energia, hanno aumentato la capacità di generare profitti. Ma questo aumento non è stato dovuto al recupero di efficienza sul lato dei costi, ma all'aumento dei prezzi fatti pagare all'utenza.

"E considerazioni analoghe - si legge nel rapporto della Corte dei Conti - possono valere anche per ciò che attiene agli effetti sul livello sia delle tariffe autostradali, sia degli oneri che il sistema bancario pone a carico della clientela, tutt'oggi sistematicamente e considerevolmente più elevato di quello riscontrato nella maggior parte degli altri paesi europei".

Non ci sarebbero poi elementi per dimostrare che l'aumento delle tariffe è stato effettivamente necessario per spingere e sostenere i necessari investimenti in infrastrutture: i dati disponibili "non forniscono conclusioni univoche che l'elevata redditività del settore, influenzata dagli elevati livelli di indebitamento, sia stata effettivamente funzionale a promuovere le politiche di investimento delle società recentemente privatizzate".

Ed anche le relazioni annuali delle Autorità di vigilanza "evidenziano come le privatizzazioni e l'attuale corso della presenza pubblica nei settori dell'energia e del gas non impediscano che le tariffe a carico di ampie categorie di utenti siano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, e ciò in ragione del permanere di situazioni di monopolio di rete".

Un meccanismo nel quale, per la Corte dei Conti, riveste un ruolo l'alto indebitamento delle aziende che operano in mercati regolamentati, che può servire ad "aumentare strategicamente il rischio di insolvenza in modo da ottenere tariffe più alte per finanziare gli investimenti. L'impresa regolata usa quindi il debito come uno strumento per ottenere un impegno vincolante da parte del regolatore a mantenere un elevato livello di profittabilità".

"La dinamica dei prezzi risulta molto accentuata per acqua, gas, e pedaggi autostradali, più contenuta per l'energia elettrica e in marcata riduzione per i servizi telefonici".

La privatizzazione, analizza la Corte dei Conti, "altera sostanzialmente gli incentivi in quanto genera un potenziale conflitto di interesse fra gli utenti, interessati alla economicità dei servizi, e gli azionisti, interessati invece ai ritorni finanziari". Quindi, "gli interessi in gioco dovrebbero essere bilanciati dalle politiche di regolazione, che dovrebbero fornire adeguati incentivi all'investimento, pur garantendo la concorrenzialità dell'industria".