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Imu, governo: niente stangate su seconde case

Secondo Palazzo Chigi i media che hanno riportato la notizia si sono basati su bozze della riforma che non sono poi state utiliuzzate

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Palazzo Chigi smentisce le indiscrezioni su nuove ipotesi di tassazione sulle seconde case, per coprire il provvedimento sull'Imu, riportate su alcuni giornali stamane. "Tali indiscrezioni - riporta una nota - evidentemente si riferiscono a bozze circolate nei giorni scorsi e che non faranno parte del provvedimento che sarà in Gazzetta Ufficiale".

Tra le ipotesi di copertura avanzate dal ministero dell'Economia e riferite nei giorni scorsi da fonti governative, figurava l'assoggettamento a Irpef in misura pari al 50% delle case diverse dall'abitazione principale e non in affitto. Il 28 agosto il vicepresidente del Consiglio, Angelino Alfano, ha però definito il decreto "tax free", escludendo quindi aumenti di imposte.

Il testo definitivo dovrebbe confermare la sanatoria per i gestori di slot condannati dalla Corte dei Conti a pagare complessivamente 2,5 miliardi. La misura, confermata dal sottosegretario al Tesoro Pierpaolo Baretta, assicura nuove entrate pari a 625 milioni (l'aliquota è del 25%, quindi), ma di natura extra-tributaria. Il decreto rappresenta la prima delle tre tappe che porteranno il governo a cancellare l'Imu.

Il 15 ottobre, assieme alla Legge di stabilità, il Consiglio dei ministri approverà un secondo decreto per eliminare il saldo dell'Imu di dicembre. L'intera operazione vale 4,8 miliardi sul bilancio 2013. Dal 2014 l'Imu sarà sostituita dalla Service tax, l'imposta sui servizi comunali che ingloberà anche la Tares. La Service tax avrà due componenti: la gestione dei rifiuti urbani e la copertura dei servizi indivisibili come la pulizia delle strade, la manutenzione e l'illuminazione delle aree urbane.

La prima componente sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno parametrate dal Comune rispettando il principio europeo "chi inquina paga". La seconda componente sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il comune potrà scegliere come base imponibile la superficie o la rendita catastale. Sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell'immobile) sia dell'occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali). L'autonomia dei comuni nella fissazione delle aliquote sarà limitata attraverso aliquote massime complessive.