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Istat: nel 2014 la disoccupazione salirà al 12,3% Consob: "Il nemico vero è il lavoro che manca"

Scende ancora la spesa delle famiglie (-1,6%), in lieve ripresa soltanto dallʼanno prossimo

Getty

Nel 2013 il mercato del lavoro continuerà a manifestare "segnali di debolezza" con un "rilevante" incremento del tasso di disoccupazione all'11,9% (+1,2% rispetto al 2012). E' quanto prevede l'Istat, aggiungendo che nel 2014 il tasso di disoccupazione crescerà fino a raggiungere il 12,3%.

E la crescita dei disoccupati dovrebbe continuare anche nel 2014, secondo le previsioni, a causa del ritardo con cui il mercato del lavoro risponderà, secondo le stime, alla lenta ripresa dell'economia. Se infatti nel 2014 il Pil crescerà dello 0,7%, le spese delle famiglie aumenteranno solo dello 0,4% mentre i senza lavoro saliranno ancora.

Vegas: il nemico è la chiusura delle imprese - "Il nostro nemico non è più fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati, ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca", ha detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas nel suo discorso annuale invitando, passato l'effetto "contagio" sullo spread, a guardare a quella parte "imputabile solo a noi".

Solo nel 2014 lieve ripresa dell'occupazione - Ma vediamo nel dettaglio i numeri diffusi dall'Istat sul lavoro: la caduta dell'occupazione, misurata in termini di input di lavoro, non si fermerà per tutto il 2013 (-1%), mentre nel 2014 si prevede una graduale ripresa (+0,1%) in seguito al moderato miglioramento delle condizioni generali dell'economia. Questo non significa però che i disoccupati diminuiranno, anzi.

2014 "double face": crescita del Pil e dei disoccupati - Nel 2013 l'aumento delle persone in cerca di un'attività determinerà una crescita sostenuta del tasso di disoccupazione (+1,2%) rispetto al 2012, raggiungendo il livello dell'11,9% nella media dell'anno). E questo avrà inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014, con il tasso di disoccupazione previsto al 12,3% nonostante la crescita positiva del Pil. Il fenomeno continuerà dunque per il ritardo con cui il mercato del lavoro si adeguera alla ripresa economica.

Al palo anche le retribuzioni - Inoltre, fanno sapere all'Istat, date le condizioni di debolezza del mercato del lavoro, le retribuzioni per dipendente mostrerebbero una dinamica moderata (+1%, nel 2013 e +1,3% nel 2014). E il risultato di questi andamenti sarà che la produttività del lavoro dovrebbe diminuire ulteriormente nel 2013 per tornare a crescere debolmente nel 2014. In base a questo scenario il costo del lavoro per unità di prodotto risulterebbe in decelerazione durante l'intero periodo di previsione.

Il presidente Consob: austerità senza speranza, intervenire sull'economia reale - Il presidente Consob è anche intervenuto sull'austerità, dicendo che "può diventare il detonatore di una crisi generalizzata". Nel suo discorso al mercato, Vegas sottolinea infatti che "la risposta va trovata agendo direttamente nell'economia reale" e puntando su "maggiore concorrenza e produttività".

"Resta il rischio contagio" - E ancora: "La tregua è fragile" perché "in questo quadro di incertezza i mercati continuano a essere esposti a comportamenti emulativi da parte degli investitori e a fenomeni di contagio", come aggiunge Vegas. Secondo lui servono più poteri a difesa del mercato con la possibilità di "attivare misure cautelari" contro i membri dei Cda e di denunciarli ai magistrati, ma anche "forme di tutela", con "benefici o esenzioni di pena" per chi collabora, cosi' da favorire le "talpe" (whistleblowing).

Il numero uno Consob dice poi di essere convinto che la Tobin Tax introdotta dall'Italia, seppur con i correttivi introdotti per cercare di "neutralizzarne l'impatto sulle imprese di minori dimensioni", genera un "rischio di 'spiazzamento', forse anche irreversibile, sui mercati, in termini di delocalizzazione di importanti comparti dell'industria finanziaria nazionale e di penalizzazione per l'operatività in strumenti derivati".

Le famiglie continuano a tirare la cinghia - La spesa delle famiglie non invertirà il suo trend neanche quest'anno: è prevista infatti un'ulteriore contrazione delle uscite pari all'1,6% nel 2013, per effetto della diminuzione del reddito disponibile, mentre si prevede un moderato aumento, pari allo 0,4%, solo nel 2014.

Il reddito disponibile in caduta e l'elevato clima di incertezza continueranno a penalizzare i consumi, mentre le persistenti difficoltà nel mercato del lavoro e l'orientamento restrittivo delle politiche di bilancio limiteranno la possibilità di un aumento significativo dei consumi nel 2014. Il prossimo anno, infatti, si registrerà solo "una lieve ripresa" della spesa privata per consumi (+0,4%), "inferiore alla crescita del Pil", che sarà pari allo 0,7%.

Vegas: crollo del risparmio, invertire la rotta - Sul crollo dei consumi, e soprattutto dei risparmi, Vegas ha detto che "negli ultimi venti anni la propensione al risparmio degli italiani si è ridotta di quasi due terzi passando dal 22 all'8% circa del reddito disponibile". A tal riguardo, il presidente Consob ha sottolineato che "occorre fare tutto il possibile affinché questo trend sia invertito al più presto", aggiungendo: "Senza risparmio non è possibile realizzare gli investimenti necessari per lo sviluppo economico e per offrire un futuro alle giovani generazioni".

E ancora, Vegas ritiene che "la finanza può tornare a svolgere un ruolo propulsivo fondamentale" e che il "suo ruolo non va enfatizzato ma neppure demonizzato. Spetta ora al legislatore e alle istituzioni ripristinare fermo il legame inscindibile tra sviluppo dell'economia e libertà economica, il nesso tra crescita e finanza".

Nel 2014 il Pil torna a crescere - Quanto al Prodotto interno lordo, se nel 2013 si prevede una riduzione pari all'1,4% in termini reali, nel 2014 il recupero dell'attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda interna, determinerà una moderata crescita dello 0,7% sempre secondo l'Istat. "La caduta congiunturale del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensità più contenute, almeno fino al terzo trimestre del 2013", dicono all'Istituto di statistica.

Analizzando le differenze tra l'attuale quadro di previsione e quello presentato a novembre 2012, il tasso di crescita del Pil italiano è stato rivisto al ribasso per nove decimi di punto nel 2013. Differenza in parte dovuta alle nuove ipotesi sul commercio mondiale e alla revisione delle serie di contabilità nazionale e per la parte restante a una contrazione maggiore di quanto inizialmente atteso dei consumi privati. Nel complesso, le previsioni attuali rientrano nell'intervallo di confidenza delle previsioni presentate a novembre 2012.