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Crisi, la famiglia italiana si scopre meno ricca
Bankitalia: "Dal 2007 calo del 3,2%"

In tre anni la somma della ricchezza prodotta dalle attività reali e finanziarie è scesa complessivamente a 8.640 miliardi di euro. Ma la famiglia italiana resta quella con meno debiti allʼinterno del G7

Ansa

Dalla fine del 2007 alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane è diminuita del 3,2%.

E' quanto emerge dal supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia che ha calcolato che in tre anni la somma della ricchezza prodotta dalle attività reali e finanziarie delle famiglie italiane è scesa complessivamente a 8. 640 miliardi di euro. Solo fra 2009 e 2010 il calo è stato dell'1,5%.

Guardano agli ultimi 12 mesi Bankitalia segnala, inoltre, che "tra la fine del 2009 e la fine del 2010 la ricchezza netta per famiglia è diminuita dello 0,3% a prezzi correnti e dell'1,8 a prezzi costanti". A prezzi costanti, la ricchezza netta per famiglia nel 2010 è "comparabile con i livelli che si registravano negli anni iniziali del decennio scorso".

Alla fine del 2010, la ricchezza lorda era pari a circa 9.525 miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400mila euro in media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,2% della ricchezza lorda e le attività finanziarie il 37,8 per cento. Sempre a fine 2010 le passività finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3% delle attività complessive. Alla fine del 2010, circa la metà della ricchezza della famiglie era detenuta in abitazioni (circa 4.950 miliardi di euro).

"In termini nominali la ricchezza abitativa è aumentata dell'1% rispetto alla fine del 2009 (-0,5 per cento in termini reali). L'aumento delle attività reali (1,1%) è stato compensato da una diminuzione delle attivitaàfinanziarie (0,8%) e da un aumento delle passività (4,2%).

Le famiglie italiane le più ricche nel G7
Nel confronto internazionale le famiglie italiane mostrano, tuttavia, un elevato livello di ricchezza, pari, nel 2009, "a 8,3 volte il reddito disponibile, contro l'8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti)". Continua a restare basso anche il livello di indebitamento: l'ammontare dei debiti è pari all'82% del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone è del 130%, nel Regno Unito del 170%).

La ricchezza italiana è distribuita in modo molto concentrato: secondo il supplemento al Bollettino economico molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza mentre poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. A fine 2008, la metà più povera delle famiglie deteneva il 10% della ricchezza totale mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva.

Indebitati per la casa
Pr quanto riguarda, invece il versante delle passività, a fine 2010 le passività finanziarie erano costituite "per circa il 41% da mutui per l'acquisto dell'abitazione mentre la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6 per cento". Negli ultimi due anni, secondo Bankitalia, è "fortemente rallentata la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione: l'incremento si è stabilizzato sul 2% annuo contro un valore di circa il 16% annuo del periodo 1995-2009". Ancora più forte la decelerazione accusata dal credito al consumo, passato dal 20,5% in media nel periodo 1995-2009 al 4,8% fra il 2009 e il 2010.

Meno Bot e azioni

La crisi fa fuggire da Bot e azioni spingendo alla liquidità. Secondo i dati Bankitalia, nel 2010 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani e in azioni e partecipazioni si è ridotta di quasi l'1% sul 2009, quella in depositi e risparmio postale è invece salita dello 0,2 e dello 0,4%.