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Alta qualità a basso costo nel piede bionico, il business dal cuore d'oro parla italiano

Daniele Bonacini, titolare di Roadrunnerfoot, racconta a Tgcom24 unʼavventura fatta di protesi ultraleggere per disabili. "Che con noi tornano a correre"

daniele bonacini
agenzia

Si è inventato un business bionico nel vero senso della parola. E oggi, con la sua piccola azienda in cui lavorano sette persone, si è affiancato ai giganti del mondo del settore, quelli che producono arti artificiali per sostituire piedi e gambe di tanti sfortunati. A sette anni dal lancio della sua attività, Daniele Bonacini racconta a Tgcom24 la storia di un'impresa coraggiosa e decisamente fuori dal coro.

Alta qualità a basso costo nel piede bionico, il business dal cuore dʼoro parla italiano

Le protesi il titolare della Roadrunnerfoot Engineering le ha sperimentate suo malgrado, in seguito a un incidente che nel 1993, a soli 20 anni, lo ha privato dell'uso della gamba destra. Ma lui, Daniele Bonacini, che all'epoca studiava Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, della sua tragedia personale ha fatto un business, e pure d'eccellenza. Una volta conseguita la laurea, nonostante tutti gli stop dovuti alla perdita della gamba e al forzato ricorso a una protesi, si è inventato un'azienda che realizza arti bionici e li distribuisce in tutto il mondo: alta tecnologia e prezzo accessibile sono le due parole chiave che sintetizzano la mission di un'impresa capace di inserirsi in un panorama che conta solamente sette giganti mondiali.

Con i suoi 700mila euro di fatturato (erano 20mila nel 2007) e i suoi 2mila piedi artificiali prodotti e venduti all'anno la Roadrunnerfoot si innesta in un mondo fatto di multinazionali con business e numeri ben più alti.

"C'è il colosso tedesco, l'Otto Bock, che ha come mercato di riferimento buona parte dell'Europa - dice -, e poi ci sono quattro società americane, una francese e una inglese. E infine ci siamo noi, che entriamo nel business delle protesi in un momento in cui un piede artificiale costa fra i 3 e i 4mila euro e in cui la concorrenza è praticamente inesistente. Noi puntiamo alla qualità e costruiamo arti artificiali utilizzando fibre di carbonio, materiali polimerici, combinazioni rubate all'industria aeronautica. Ma a prezzi più contenuti: il nostro piede più avanzato sul mercato vale 1.500 euro. Vogliamo che finisca l'epoca in cui i disabili sono costretti a utilizzare i piedi di legno forniti dalla mutua. Vogliamo che arti leggeri e funzionali diventino abbordabili per tutti".

E ci riuscite, pare...
"Esatto. La mia scommessa nasce mentre partecipo alle Paralimpiadi di Atene nel 2004 (dove Bonacini si aggiudica la sesta posizione al salto in lungo ndr): a una gara di salto vedo un atleta bulgaro con una protesi di legno e giunti in acciaio da 10 chili e un tedesco con fibra di carbonio da un chilo. Ha vinto il tedesco... E io ho voluto aprire una strada per chi prima quella protesi ultraleggera non se la poteva permettere".

Per adesso Roadrunnerfoot vende pezzi e giunti alle ortopedie, che poi li assemblano e li adattano al cliente. Quale sarà il prossimo passo?
"L'avvio di una nostra ortopedia interna, che stiamo per aprire con la licenza del ministero della Salute. Vogliamo mettere insieme noi in prima persona arti e giunti e raggiungere l'utente finale senza intermediari, preparando direttamente la protesi su misura per ogni persona. Un prodotto ad alto livello, a prezzi ancora più concorrenziali. Abbiamo a disposizione tutta l'attrezzatura necessaria: oltre ai materiali, c'è un laboratorio di gait analysis per valutare il cammino della persona amputata e quello della persona sana, con la palestrina, la pompa a vuoto e tutti gli attrezzi necessari. Ci manca solo il tecnico ortopedico per far scattare il nuovo servizio".

Un anello significativo per servire il mercato italiano.
"Fornendo il servizio all'utente finale saltiamo un passaggio, che è quello della distribuzione alle ortopedie. Questo significa un forte abbattimento dei costi. Basta pensare che la Asl per un piede artificiale passa tra i 2.500 e i 3mila euro, mettendo spesso le ortopedie in difficoltà a coprire i costi. Non sarebbe così per noi, dal momento che un piede finito, e di alta qualità, a noi costa intorno ai 1.500 euro".

Un altro tassello importante dunque nell'ottica di una mission che punta su prezzi contenuti sul territorio nazionale, oggi un po' la cenerentola del vostro mercato.
"Dalla nostra sede di Milano il 90% della nostra produzione finisce all'estero: in Europa buona parte dei nostri arti artificiali vanno in Germania. Poi serviamo il Nord Africa e il Medio Oriente, dove, con le guerre in corso, la domanda è altissima, e il Centro Africa, dove vendiamo a prezzi di produzione data la grande povertà. E dove le mine anti-uomo ogni giorno fanno vittime e, ahimè, potenziali clienti, tra grandi e piccini".

Quali sono le ultime novità sviluppate invece sul mercato nazionale ed europeo?
"Da poco produciamo ortesie, che sono tutori esterni per gli arti inferiori, di solito pesanti tra i 5 e gli 8 chili. Noi, con il nostro prototipo in materiali ultraleggeri, abbiamo vinto un bando di ricerca di Lombardia e ministero dell'Università e della ricerca. Da quest'anno poi forniamo anche carrozzine per uso quotidiano sportivo e per il paratriathlon, mentre per l'anno prossimo abbiamo in cantiere carrozzine da derby".

Bonacini per lo sport conserva sempre un occhio di riguardo, insomma... E racconta: "Ho sentito di recente un nuotatore che mi ha detto di aver cercato una protesi per andare a correre e partecipare alle gare di paratriathlon... Gli hanno chiesto 11mila euro. Gli ho detto che gliela avrei regalata io. Negli Stati Uniti ai disabili le protesti per fare sport le danno gratis. Sogno che anche in Italia si farà così, un giorno".