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Il governo lavora al dl "Salva banche" per evitare il bail-in europeo

Domenica si riunirà il Consiglio dei ministri. Le banche commissariate sono quattro: serviranno almeno due miliardi di euro

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-afp

Con il decreto "Salva banche" il governo accelera per salvare i quattro istituti commissariati ed evitare che il bail-in europeo che entra in vigore a gennaio imponga perdite agli azionisti e ai correntisti con depositi sopra i 100mila euro.

L'Italia punta su un

fondo finanziato dal sistema creditizio

per il salvataggio delle

banche in amministrazione straordinaria

, per la quale serviranno almeno

due miliardi di euro

. Domenica si riunisce il

Cdm

.

Il dossier sbarca al Consiglio dei ministri di domenica, convocato formalmente per il "taglia-decreti". A finanziare la dotazione del fondo - spiegano fonti finanziarie - sarà

lo stesso sistema creditizio

. Almeno nel suo primo banco di prova, quello per il salvataggio delle banche commissariate:

Banca Marche

,

Banca popolare dell'Etruria

e Lazio

e delle

casse di Chieti e Ferrara

. Anche se le regole del Meccanismo unico europeo per gestire i fallimenti bancari, da gennaio, prevedono un Fondo europeo garantito, almeno inizialmente, dai governi.

Per rendere

compatibile il fondo italiano

con il quadro legislativo del nuov

o Meccanismo unico di risoluzione bancaria targato Ue

, ed evitare di incorrere nella tagliola del bail-in, secondo le fonti sarebbe necessario

l'"intervento normativo"

atteso dal cdm di domenica pomeriggio.

In ballo c'è anche

la montagna di 200 miliardi di euro di crediti

in sofferenza, per mesi oggetto di una lunga trattativa con l'Ue sul tema della bad bank. Facendo leva sulla tempistica antecedente al bail-in, si punta su un meccanismo che consenta di separare sofferenze o crediti deteriorati dal bilancio delle banche riuscendo comunque ad evitare le perdite ai creditori privati della banca.

Resta da vedere la presa di posizione di Bruxelles

su questa nuova soluzione dopo che i rilievi della Commissione Ue (che sospettava aiuti di Stato) hanno fatto accantonare l'ipotesi, circolata fino a ieri, di utilizzare il fondo di tutela dei depositi. Ma i contatti fra il Tesoro e l'Ue, intensi negli ultimi giorni, lasciano pensare che la Commissione sia stata ampiamente coinvolta.

Lo stesso

dossier-banche

in mano al governo

include il tema dei crediti d'imposta

che contribuiscono, in alcuni casi significativamente e non solo in Italia, al capitale. Un meccanismo sul quale la stessa

Bce ha sollevato alcune perplessità

. La Commissione europea potrebbe "censurare" il meccanismo in assenza di redditività futura d'impresa e il

taglio dell'Ires

comporta probabili svalutazioni sul capitale. Sul tavolo dell'esecutivo vi sarebbero alcune proposte: secondo fonti vicine al dossier, tuttavia, non è certo che vengano esaminate domenica.