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Dl Sblocca Italia, trovati i fondi per i cantieri "fermi" segnalati dai sindaci

Alle grandi opere andrà ogni anno lo 0,3% del Pil, circa 4,5 mliardi

Lavoro cantiere
-afp

Con il decreto legge Sblocca Italia saranno finanziate parte delle opere "ferme" indicate dai sindaci su richiesta diretta del premier Matteo Renzi. Ai cantieri, secondo quanto emerge dalle ultime bozze del provvedimento, andranno circa 3,7 miliardi in 6 anni, a partire dal 2014. Il dl stabilisce inoltre che alle grandi opere si dedicherà una quota fissa dello 0,3% del Pil l'anno, circa 4,5 miliardi di euro.

Sarà la via per "far rialzare la testa al Paese" ha detto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, in prima linea sul nuovo pacchetto che punta a rilanciare cantieri e investimenti che è seguito passo passo anche dal premier. Alle richieste arrivate dai sindaci, di piccole opere bloccate da lungaggini burocratiche, veti, o carenza di risorse, si aggiunge il monitoraggio dello stato dell'arte delle opere pubbliche in tutte le Regioni (all'appello manca solo la Calabria), un altro elenco di oltre 600 cantieri la maggior parte già avviati.

Previsti anche sgravi e semplificazioni - Da un lato si punta a rivedere il piano delle infrastrutture strategiche, con la riforma della legge obiettivo che dovrebbe avere, stando alle ultime bozze, un finanziamento fisso dello 0,3% del Pil. Dall'altra arriveranno semplificazioni, incentivi e sgravi fiscali per rilanciare gli investimenti privati. Allo studio ci sono strumenti finanziari innovativi volti a produrre un effetto leva su capitali privati attraverso le risorse pubbliche, come i project bond e il parternariato pubblico-privato. Ma arriveranno anche nuovi finanziamenti, per circa 3,7 miliardi spalmati tra 2014 e 2019, innalzando il fondo 'sblocca cantieri' nato nel 2013 con una dote di 2 miliardi.

Le opere interessate dal provvedimento - Le infrastrutture oggetto di attenzione saranno non solo le grandi opere già previste - e finanziate - dalla legge di Stabilità, come l'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari o la Brescia-Padova, ma anche alcune di quelle segnalate dalle amministrazioni locali (vanno dalla Metro C a Roma, al Teatro Margherita a Bari, fino alla metanizzazione di alcuni quartieri di Catania). E sul tavolo ci sono anche le infrastrutture indicate nel 2013 nel decreto del Fare del governo Letta (la copertura del passante ferroviario di Torino, il potenziamento della ferrovia Novara-Malpensa, la rimozione dei passaggi a livello sull'Adriatica nel tratto Foggia-Lecce e la terza corsia autostradale in Friuli). E dovrebbero trovare spazio anche la metro 1 di Napoli, il rifinanziamento del programma '6.000 campanili', o gli interventi del Piano Città.