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Solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno

21 giugno: inizia lʼestate astronomica. Grazie allʼinclinazione dellʼasse terrestre, domani nel nostro Paese le ore di luce saranno oltre 15

Solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno - foto 1
istockphoto

Domani si rende omaggio al sole, principale fonte di vita per l'uomo.

Per alcuni giorni in un punto preciso, sorgendo e tramontando sempre nella stessa posizione, il sole determina in maniera graduale l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate. Ma se al Polo Nord in coincidenza con il solstizio d'estate sarà sempre giorno, il Polo Sud entrerà nel buio: si avranno quindi i fenomeni denominati rispettivamente Sole di Mezzanotte (24 ore al giorno di luce) e Notti Polari (24 ore al giorno di buio).

Una ricorrenza da sempre molto sentita e celebrata sin dalle primissime civiltà umane: è ​il solstizio d'estate.
Fin dall'antichità il cambio di direzione che il Sole compie tra il 21 e il 22 giugno è stato salutato come l'inizio di un nuovo periodo di vita. D'altronde, il fenomeno astronomico che determina la giornata più lunga e soleggiata dell'anno ha rappresentato per i popoli antichi l'avvio di un periodo di fertilità, benessere e ricchezza perché in estate la vegetazione è abbondante e i raccolti raggiungono il loro picco massimo.

Il più famoso sito archeologico dedicato al'osservazione del corpo celeste probabilmente è Stonehenge, nel Regno Unito.
Caratterizzato da grandi megaliti che raggiungono fino 50 tonnellate di peso disposti in due cerchi concentrici, sembra servisse agli uomini del Neolitico, forse Druidi, per studiare i fenomeni astronomici legati al Sole, tanto da diventare un vero e proprio tempio. L'asse del tempio, al cui centro si erge un macigno detto “Pietra del tallone” ("Friar's Heel"), è orientato in direzione dell'alba nei solstizi estivi, ma non di quelli invernali.

Nelle civiltà precolombiane le due giornate del solstizio, quello d'inverno e quello d'estate, erano sacre. Per gli Inca il Sole rappresentava la sovrana della Terra, Inti, e con un complesso sistema di torri si stabiliva l'arrivo di solstizi ed equinozi. Anche per i Maya il sole era importantissimo: considerato fonte di vita ed essenziale per le attività umane, per poterne prevedere solstizi ed equinozi avevano elaborato un calendario super preciso.

Per gli antichi Romani i solstizi erano consacrati a Giano bifronte, il dio guardiano delle soglie e dei passaggi, in quanto i solstizi erano correlati tra di loro; i Greci li chiamavano porte cosicché la "porta degli uomini" era il solstizio estivo, mentre la "porta degli dei" il solstizio invernale.

Anche i Cristiani fecero propria la festività del Sole. Il 24 giugno, quando le giornate iniziano lentamente ad accorciarsi fino al solstizio d'inverno, si ricorda infatti la natività di Giovanni Battista, il Santo che battezzò Gesù.
Non è del resto un caso che San Giovanni abbia come attributi il fuoco e l'acqua, con cui battezzava: secondo un'antica credenza, infatti, il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua). E poiché nella tradizione popolare i riti propiziatori prevedono falò e rugiada, ecco che la religione cristiana fece proprie queste tradizioni coniugandole nella liturgia del battesimo.

Infine, per curiosità val la pena di ricordare che il Sole in Indonesia è il simbolo della libertà, per gli Eschimesi rappresenta la vita così come la Luna la morte, mentre in alcuni villaggi in Africa indica la fertilità perché in grado di fecondare la terra con le piogge.