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840 euro all'anno per mandare i figli a scuola

Anche questʼanno è arrivata la stangata per le spese scolastiche. A discapito degli altri settori

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Come ogni anno, con la riapertura delle scuole, le famiglie italiane stanno mettendo mano al portafogli per acquistare libri, zaini, quaderni e corredo scolastico per gli studenti.

E anche quest'anno la

spesa

complessiva sarà più salata: +2% rispetto al 2013, secondo le stime del Codacons.

Le spese riguardano l'acquisto di penne, diari, quaderni, zaini e astucci per un totale annuo compreso tra i 450 e i 490 euro a studente. Si deve aggiungere poi una spesa media per i testi scolastici compresa tra i 300 e i 350 euro a seconda della scuola e del livello di istruzione. Il totale va quindi dai 750 agli 840 euro a studente, cifra che però può raggiungere anche i 1.100 euro a figlio! Alle spese per il corredo scolastico devono aggiungersi anche quelle per i pasti e i trasporti. Infatti con il prolungamento dell'orario scolastico, i bambini della scuola primaria devono consumare il pranzo a scuola, con una spesa per le famiglie molto variabile a seconda del comune di residenza e del reddito della famiglia stessa.

In Italia il diritto all'istruzione è sancito dalla Costituzione: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita". Dichiarazione che va a scontrarsi pesantemente con i costi sopra citati. Soprattutto in questo momento di crisi, come fanno le famiglia italiane, dal reddito sempre più incerto, a garantire l'istruzione ai propri figli? Limando le spese su altri fronti, come ci dimostrano i dati.

Secondo un'analisi della Coldiretti sui dati Istat, a giugno due italiani su tre hanno tagliato la spesa alimentare in qualità e quantità. Si è verificato un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari (-5%) e anche nella grande distribuzione (-1,4%). Le difficoltà economiche hanno obbligato tre milioni di famiglie a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all'inizio della crisi (+0,5% a giugno).
Insomma, i bambini continuano ad andare a scuola, ma le famiglie sempre più in difficoltà sono costrette a tagliare su altri fronti, con evidenti danni per il commercio e l'economia generale.