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Bye bye bambini viziati: sotto i ricci… niente capricci

Strategie per non impazzire alle continue richieste dei figli

I bambini, chi più chi meno, fanno i capricci.

Alcuni pediatri sostengono si tratti proprio del "lavoro" dei più piccoli. Soltanto che i capricci dei bimbi possono davvero far impazzire l'equilibrio familiare. Quindi, nonostante gli illuminati consigli di psicologi e pediatri, i genitori vanno avanti a tentativi: a volte assecondando, altre volte non cedendo ma perdendo anni di vita sotto forma di stress. Perché un bambino che fa i capricci è capace di piangere per ore e di strillare fermo in mezzo alla strada, lasciando sgomenti gli adulti che non credevano potesse essere umana tale resistenza. Come fare, quindi, per sopravvivere ai capricci e non crescere un bambino viziato? Imparando a dire no con intelligenza ma, soprattutto, con sicurezza.

Essere convinti - I bambini sono "osservatori speciali". È, infatti, difficile nascondere ai più piccoli la propria mancanza di convinzione. Con il risultato di apparire insicuri e di mandare in confusione anche i bambini. Alla richiesta dell'ennesimo giocattolo o del cibo spazzatura, si deve dire di no ma solo se si è convinti. La determinazione non si esprime con urla e voce grossa, ma con una serie di atteggiamenti percepiti come sicurezza dai più piccoli. Primo tra tutti, la calma nel dire un deciso no.

Non cambiare idea - Il bimbo fa i capricci, la mamma dice di no ma il piccolo non desiste e alla fine il no si tramuta in un sommesso sì. Questo tipo di altalena non fa bene ai bambini perché li disorienta. Un bambino ha, infatti, bisogno di punti di riferimento sicuri anche per quanto riguarda il (non) soddisfacimento dei suoi capricci. Dunque, meglio optare per pochi no ma che siano duraturi. Perché ciò sia possibile, è bene che i genitori stessi riflettano sui propri valori e sul tipo di educazione che si desidera trasmettere ai figli.

Aspettare la fine del capriccio - Quando un bambino fa i capricci, urla e strepita. Ci sono persino bimbi che sbattono la testa contro il muro o il pavimento e, ancora, che puntano i piedi per terra facendo impennare il passeggino in mezzo alla strada. È in questo momento, che una mamma e un papà devono fare appello a tutta la loro forza interiore. Tirare un bel respiro e aspettare che la crisi di pianto, e simili, scemino. Inutile, infatti, tentare di fornire spiegazioni razionali a un bambino in preda al pianto per un capriccio insoddisfatto. Meglio attendere e poi, in un secondo momento, parlare con calma ai bambini e spiegare le motivazioni del no.

L'eccezione che non diventa la regola - Meglio pochi no, ma buoni. E, a volte, il no può diventare sì ma solo in occasioni speciali: compleanni, feste, giornate in famiglia. Il giocattolo, il pomeriggio a casa dell'amichetto, la gita al luna park sono pura gioia per un bambino ma vanno dosati con cura. Facendoli apparire per ciò che sono, ovvero momenti speciali. In quest'ottica, la trasgressione e la concessione verranno apprezzate maggiormente. Così come sarà più probabile crescere futuri adulti abituati anche a sentirsi dire di no e a gioire autenticamente delle piccole, grandi conquiste della vita.