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Roma, apre l'area archeologica del Circo Massimo

Dopo anni di lavori, è pronta per essere ammirato in tutta la sua bellezza, lʼarea di uno dei monumenti antichi più famosi della capitale

Alla fine di  sette anni di lavori, apre finalmente al pubblico per la prima volta l'area archeologica di uno dei più grandi siti romani, il Circo Massimo.

Ad inaugurarla, giovedì 17 novembre, ci sarà la sindaca Virginia Raggi assieme all'assessore alla Crescita culturale Luca Bergamo e al sovraintendente ai beni culturali Claudio Parisi Presicce, in presenza di 100 cittadini romani rigorosamente sorteggiati. A seguire, l'area sarà aperta a tutti dall'ingresso di Piazza di Porta Canepa.

Viene dunque restituito alla città uno dei suoi luoghi simbolo, collegato dalla leggenda alle origini stesse di Roma.

Con i suoi 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza, nel corso dei secoli il Circo Massimo ha vissuto innumerevoli trasformazioni. Qui fin dall'età regia si sono svolte manifestazioni pubbliche di ogni genere: competizioni ippiche, cacce con animali esotici, rappresentazioni teatrali, esecuzioni pubbliche, ma anche processioni religiose e trionfali. In seguito l'area è divenuta luogo di passaggio dell'acqua Mariana per poi passare come proprietà privata della famiglia Frangipane fino al XIX secolo.

I visitatori potranno accedere alle gallerie che un tempo conducevano alle gradinate della cavea (i senatori al piano terra e la plebe al piano superiore). Nelle gallerie, che si potranno percorrere, si osserveranno anche i resti delle latrine antiche. Si proseguirà sulla strada basolata esterna ritrovata durante gli scavi, in cui spicca una grande vasca-abbeveratoio in lastre di travertino. Qui sarà possibile visitare anche alcune stanze che venivano utilizzate come botteghe(tabernae).

Mentre nella zona centrale dell'emiciclo saranno visibili le basi dell'Arco di Tito, uno dei più grandi archi trionfali di Roma, a lui dedicato in occasione della vittoria giudaica. Le indagini hanno consentito di rimettere in luce le basi delle colonne frontali e anche  alcuni importanti frammenti architettonici che hanno permesso agli archeologi di stabilire le sue dimensioni originarie.