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Luca Bianchini: "Mi tuffo negli Anni 80 senza telefonini"

Lo scrittore presenta a Tgcom24 il nuovo romanzo "Nessuno come noi" edito da Mondadori

Una storia senza sesso e telefonini, ambientata negli Anni Ottanta, in cui i baci e gli sguardi tra adolescenti si confondono.

Amicizia, amore, complicità, scuola, famiglia, classi sociali e griffe. Tutto si mescola e si riannoda nel fil rouge dei sentimenti. Quelli sì, sempre uguali. Luca Bianchini torna in libreria con un nuovo romanzo, “Nessuno come noi” (Mondandori), in cui riapre i cassetti segreti della sua infanzia e li trasferisce a Nichelino, periferia operaia di Torino, dove lo scrittore è nato e vissuto. I primi baci, le prime delusioni, le prime feste e i primi battiti del cuore. Con, immancabile, sullo sfondo una passione clandestina mentre i giovani protagonisti vagano sulle note di Michael Jackson, Duran Duran e Whitney Houston.

La storia è ambientata negli Anni Ottanta, perché?
Ho trovato il diario di quell'anno e subito ho pensato che fosse una storia fantastica da raccontare. Ogni giorno c'era un evento, all'epoca scrivevamo tutto quello che facevamo. I vicini di banco scrivevano sul mio diario e io sul loro, ho recuperato anche altri diari dello stesso anno, della stessa classe ed è stato bello. La stessa cosa aveva più punti di vista.

 

Tutto in realtà si svolge nel 1987...
Era un anno particolare, in terza liceo ti senti già grande ma non lo sei ancora, inizi ad avere i primi inviti alle feste... ho provato a fare questo viaggio senza sapere bene dove sarei andato, infatti i protagonisti vagano...

 

Possiamo dire che forse è il libro più autobiografico di Bianchini?
Sicuramente. Molto copiato. Vince, il protagonista, è di Nichelino e anche io lo sono. Abitavo in una casa in realtà più bella, ho trasfigurato tante cose, ma molte sono quelle, come ad esempio la sala giochi...

 

Quindi è stato anche un po' terapeutico?
Questo libro mi ha fatto soffrire fisicamente. Molto. A cominciare dai ricordi, avevo delle cose non risolte, non dette, che poi leggendole mi hanno fatto male. Ti rendi conto di quanto ti segnano quegli anni ed è incredibile.

 

E' una storia di amicizia più che d'amore....
C'è anche l'amore, ma è vero. L'amicizia assomiglia all'amore nel mio romanzo. Perché a quell'età i sentimenti si confondono. La fine di una amicizia la vivi come la fine di un amore. All'epoca non sapevamo tante cose, i protagonisti non lo sanno e non lo so neanche io. Tante cose le ho scoperte solo dopo.

 

Romeo, l'altro protagonista del romanzo, è esistito davvero?
Ne ho avuti tanti in classe, in molti si sono riconosciuti. Tutti pensano di essere loro, con una doppia valenza: la vanità e il terrore.

 

Sei tornato in quei posti?
Sono entrato a scuola di nascosto. Ho trovato dei ragazzi di oggi, della terza liceo che mi hanno aiutato. Volevo raccontare una storia non solo nostalgica. Non l'ho fatto perché vanno di moda gli Anni Ottanta. Mi sono voluto confrontare con la nuova generazione perché non volevo scrivere una storia che mi facesse ridere dietro.

 

Racconti una storia senza telefonini e senza Internet... cosa ci ritroveranno i ragazzi di oggi?
A loro è sembrato fantascientifico. Ritroveranno i sentimenti, che sono uguali. Ci sono tanti cambiamenti di forma ma non di sostanza. Chi si vanta oggi ha l'ultimo modello dell'iPhone. Come ai tempi c'era la fibbia El Charro.

 

La scuola era diversa...
Oggi i genitori sono sempre più presenti, vogliono sentire persino le interrogazioni. Mia mamma era già tanto se conosceva i nomi dei prof. Andava due volte l'anno ai colloqui. I genitori oggi sanno tutto, fanno i gruppi su Wattsapp, petizioni contro i docenti. Tutto rende i ragazzi meno svegli.

 

Tornando al romanzo, c'è una storia clandestina, un tuo feticcio.... L'amore è bello solo se è impossibile?
L'amore è già misterioso e mi diverte aggiungere dell'altro mistero. Non lo decanto né lo esalto. Mi piace perché l'amore impossibile è più vicino alla forma dell'amore ideale. Niente è più bello di una cosa proibita, la sogni di più, la vuoi di più. L'amore reale perde quell'aspetto quando è vissuto nella quotidianità. Mi piace raccontare la fase dell'innamoramento. Delle storie ci ricordiamo sempre come iniziano.

 

Perché si dovrebbe leggere il tuo libro “Nessuno come noi”?
E' un libro che ti fa accettare chi sei, che ti invita a non vergognarti. Tutti noi abbiamo una cosa di cui ci vergogniamo. Sociale o solo sentirsi inadeguati, brutti. Questo libro aiuta a volersi più bene.