FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

L'arte per tutti di Keith Haring a Milano

A Palazzo Reale, dal 21 febbraio al 18 giugno, 110 opere del maggior esponente del graffitismo del secondo Novecento

"Arte per tutti" era lo slogan di Keith Haring, artista fondante della controcultura novecentesca, ma è anche lo spirito della mostra allestita in suo onore a Palazzo Reale, Milano, dal 21 febbraio al 18 giugno.

Le 110 opere del graffitista, di cui alcune mai esposte in Italia, trattano i grandi temi di scontro sociale e politico della sua epoca e saranno affiancate a quelle di autori diversissimi tra loro a cui Haring si è ispirato e che spaziano dalla Preistoria al Novecento.


"Keith Haring. About Art" – La mostra è incentrata sull'artista del graffitismo stradale Keith Haring ma, alternate alle sue 110 opere, ci sono molti altri pezzi artistici che accontenteranno tutti i gusti: maschere tribali, figure archetipiche di religioni diverse, testimonianze dell'America precolombiana, calchi della Colonna Traiana, espressioni gotiche e rinascimentali fino ai maestri dell'arte moderna occidentale, come Jackson Pollock, Jean Dubuffet e Paul Klee.

Le opere di Haring affrontano temi legati ai mali della modernità quali la droga, il razzismo, l'alienazione giovanile, la minaccia del nucleare, la discriminazione delle minoranze e l'arroganza del potere ma lo fa con un linguaggio universale, utilizzando sintetiche figure ripetute che si ispirano alle incisioni preistoriche per risalire attraverso popoli ed epoche.

L'artista - Keith Haring, originario di Reading, Pennsylvania, aveva frequentato la prestigiosa School of Visual Art di New York, studiando con maestri del calibro di Joseph Kossuth, uno dei fondatori dell'Arte Concettuale. Aveva iniziato ancora giovane a partecipare alle incursioni stradali dei graffitisti che, armati di bombolette spray, prendevano d'assalto i muri di New York. La sua filosofia era quella di rendere fruibile l'arte a tutti e per questo utilizzò un linguaggio semplice e universale. In breve divenne l'esponente di punta del graffitismo di strada ma all'età di 31 anni fu stroncato dall'Aids, nel 1990.