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Informazione e web: tra nuove regole del gioco e norme in divenire

Il volume “Informazione: istruzioni per l'uso" di Ruben Razzante si rivolge a giornalisti e cittadini che vogliono capire se il moltiplicarsi delle fonti comporti davvero una maggiore libertà

razzante
tgcom24

La pervasività della Rete non risparmia nemmeno il giornalismo.

A subire profonde trasformazioni sono in particolare i processi di creazione, distribuzione, accesso e trattamento delle news. In uno scenario estremamente fluido, anche le

regole del gioco

cambiano di continuo. A esse è dedicato il nuovo volume del professor

Ruben

Razzante

"Informazione: Istruzioni per l'uso. Notizie, Rete e tutela della persona", edito da

Cedam-Wolters Kluwer Italia

e con prefazione di

Giovanni

Pitruzzella

, presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Il testo, che fa il punto sulle

normative

, la

giurisprudenza

e la

deontologia

in materia di informazione, verrà presentato il prossim

o 3 novembre

alle 18 a Palazzo Cusani a

Milano

nel corso del convegno "Informazione in Rete, tra insidie e opportunità. Tecnologie e nuove professionalità per il Sistema Paese”. Insieme all'autore interverranno

Elio

Catania

, presidente Confindustria digitale;

Maurizio

Costa

, presidente Fieg (Federazione italiana editori giornali);

Augusta

Iannini

, vicepresidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali;

Maria

Latella

, giornalista. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista e conduttrice di “Buongiorno Benessere" (Rai 1),

Vira

Carbone

.

Ai microfoni di Tgcom24

il professor Razzante ha così illustrato

le linee guida del libro

: “Da un lato sono convinto che i principi deontologici che negli ultimi 25 anni sono stati dettati dall'Ordine dei Giornalisti come forma di autodisciplina siano validi, ma credo pure che debbano essere vissuti con uno spirito nuovo. Solo rispettando tali indicazioni, infatti, il giornalista può vincere la battaglia per la dignità della professione. Se invece il cronista sceglie di adeguarsi ai diktat degli editori e della pubblicità, perde in credibilità come singolo e danneggia tutta la categoria. I dati in caduta libera di giornali e telegiornali indicano che c'è un rigetto, una mancanza di fiducia, di stima nei confronti dell'informazione.

Per un altro verso, penso che il pubblico dovrebbe guardare con occhio più critico al mondo delle notizie e dovrebbe conoscere le insidie della Rete. Per fare un esempio: troppi lettori non sono in grado di riconoscere le notizie prodotte e diffuse da giornalisti improvvisati o da non giornalisti”.


Quali sono le trasformazioni più significative che a suo avviso stanno caratterizzando il mondo dei media in questo momento storico?


“Semplificando al massimo, posso dire che assistiamo a tre fenomeni: il boom dei social network, la posizione dominante di Google e la mancanza di un modello di business per gli editori online. Partendo da quest'ultimo punto rilevo che molti editori, anziché offrire ai cronisti degli strumenti di innovazione tecnologica, in maniera miope hanno marginalizzato il lavoro giornalistico facendolo svolgere a figure che giornalistiche non sono affatto e che si limitano a fare un pedissequo copia/incolla di testi reperiti qua e là senza un vaglio accurato. Questo succede soprattutto nei gruppi medio-piccoli. L'errore degli editori è stato quello di non credere alla Rete come strumento e come opportunità di migliorare l'informazione, insieme con l'ingenuità di aver erogato gratuitamente contenuti in Rete, svilendo il lavoro dei giornalisti.

Agli errori compiuti dagli editori, si aggiunge il peso sempre maggiore acquisito da colossi come Google, Facebook, Twitter. Monitorando gli utenti, gli Over the top finiscono per proporre suggerimenti pubblicitari che influenzano i contenuti informativi. L'innovazione tecnologica ha aumentato la quantità di news che possiamo fruire, ma dobbiamo chiederci chi produce queste notizie e qual è il costo non dichiarato che paghiamo per avere tali notizie".

A chi si rivolge la pubblicazione?


“Non è un libro per gli addetti ai lavori perché vuole far riflettere sui problemi che il mondo dell'editoria, anche online, sta vivendo. La pubblicazione si rivolge allora a tutti gli operatori dell'informazione e della comunicazione, ma anche ai cittadini che vogliono capire se il moltiplicarsi delle fonti - sulla scia della rivoluzione della Rete - comporti davvero una maggiore libertà. È particolarmente utile, inoltre, agli aspiranti professionisti delle news, che possono trovare nel volume un'analisi delle potenzialità che il settore può offrire”.

Quali sono gli scenari per l'immediato futuro?


“Avremo sempre più una distinzione tra un'informazione di serie A certificata dai giornalisti iscritti all'Albo, che firmano i pezzi e che applicano criteri di approfondimento e qualità, e un'informazione di serie B fatta da chi giornalista non è. Nell'online crescerà l'impiego di giornalisti qualificati e si creeranno per loro più opportunità, ma questi professionisti dovranno avere competenze un po' diverse: dovranno essere soprattutto selezionatori e valutatori di news più che reporter che consumano la suola delle scarpe”.

L'Ordine dei giornalisti è ancora un organismo utile o andrebbe abolito come chiedono in molti?


“L'Ordine deve essere profondamente riformato, riducendo il numero dei consiglieri nazionali che attualmente è di 150. L'Ordine deve costare meno e deve fungere da stimolo sui Consigli di disciplina affinché possano dirimere in tempi brevi le controversie su temi disciplinari. Inoltre l'Ordine dovrebbe prendere posizione anche sui temi dell'informazione in Rete e sul rapporto tra social network e giornalismo. Il codice deontologico per il corretto utilizzo di Facebook al momento ce l'ha solo 'La Stampa” e ciò deve far riflettere, anche per consolidare il ruolo dell'Ordine di garante del diritto degli utenti a essere informati correttamente”.

Ruben Razzante
Informazione: Istruzioni per l'uso. Notizie, Rete e tutela della persona,
con prefazione di Giovanni Pitruzzella, Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Edizioni Cedam - Wolters Kluwer Italia
151 pagine
12,5 euro


Leggi un'anteprima del libro:



Notizie, Rete e tutela della persona


Prefazione del Prof. Giovanni Pitruzzella, Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato


È del tutto evidente come la libertà di espressione - condizione essenziale della democrazia e garanzia fondamentale per il rispetto degli altri diritti e delle altre libertà – sia esercitata, in modo ormai irrinunciabile, anche attraverso la partecipazione all'agorà online.

In effetti, l'era digitale ha rivoluzionato in maniera irreversibile le modalità che governano la creazione, la distribuzione, l'accesso e il trattamento delle informazioni, incidendo profondamente anche sulle modalità di partecipazione alla sfera pubblica e sull'esercizio dei diritti civili.

L'interazione tra la forza dirompente dell'innovazione tecnologica, la necessità di individuare un nuovo assetto economico del settore giornalistico professionale realmente sostenibile, e l'esigenza di definire regole adeguate alla società dell'informazione post-industriale hanno innescato una trasformazione che deve ancora portare al raggiungimento di un nuovo equilibrio.

Internet ha inciso sui modi e sulle forme con le quali l'espressione del pensierosi invera, autoalimentandosi e moltiplicandosi anche attraverso il superamento della tradizionale distinzione tra chi crea informazioni e chi le utilizza. L'attività giornalistica professionale si intreccia in maniera inestricabile con l'operare di una molteplicità di utenti di piattaforme, servizi, tecnologie che distribuiscono e riproducono le informazioni in un processo difficilmente controllabile, talvolta dai connotati virali.

Al tempo stesso, Internet ha rivoluzionato l'accesso e la disponibilità delle informazioni nello spazio e nel tempo, sostituendo alla memoria fallibile -e naturalmente incline all'oblio - dell'uomo quella permanente e globale degli archivi conservati in server e hard disk sempre agevolmente accessibili alla portata di un click.


A fronte della moltiplicazione dei flussi e delle traiettorie dell'informazione, emerge poi con prepotenza la rilevanza del ruolo di guida assunto non solo dai “professionisti dell'informazione”, ma anche dai nuovi intermediari che tracciano le mappe digitali che consentono, e forse addirittura condizionano, l'accesso all'informazione stessa. Con implicazioni non sempre chiare in merito alla responsabilità che a ciascuno deve essere riconosciuta nella tutela di taluni diritti e libertà fondamentali.


Il risultato è uno tsunami di informazioni e di dati perenne e continuamente alimentato, che rischia di travolgere gli utenti – sia come soggetti che accedono alle informazioni sia come soggetti ai quali le informazioni si riferiscono – qualora non vi siano strumenti adeguati per verificare ed assicurare la fondatezza e la veridicità delle informazioni, per contestualizzarle, per comprenderle nella loro evoluzione storica.


È infatti inevitabile che il ruolo assunto da Internet come motore della nuova società dell'informazione abbia ripercussioni anche sui rischi connessi ad una diffusione e ad un uso improprio delle informazioni online, sotto il profilo della riservatezza, del diritto all'identità personale nonché del diritto all'oblio.


Profili diversi che si intrecciano, con contorni a volte poco definiti, accomunati dal fatto di costituire contraltare ai benefici e al benessere normalmente associati ad un accesso alle informazioni sempre più completo, agevole ed immediato.


In questo contesto così complesso, la giurisprudenza e il diritto sono chiamati a trovare risposte efficaci ai nuovi interrogativi che si pongono con riferimento alla tutela delle libertà e dei diritti fondamentali ed al loro bilanciamento. Non si tratta di problemi sempre inediti, ma occorre una sempre maggior attenzione nella declinazione, anche nel dettaglio,dell'attuazione dei principi generali in maniera adeguata alle caratteristiche dei nuovi mezzi e delle nuove modalità con le quali l'informazione è prodotta e consumata.


In questo contesto così complesso e in costante mutamento, l'opera del Prof. Razzante costituisce una guida che si distingue per la chiarezza e l'immediatezza con la quale fornisce un quadro completo ed aggiornato del diritto e della giurisprudenza più rilevante in materia di informazione, giornalismo e tutela dei diritti.


Ma, a mio avviso, il pregio di quest'opera risiede anche nella capacità di contestualizzare il mondo delle regole in una cornice appropriata che dà conto delle sfide economiche che la professione giornalistica e l'impresa editoriale stanno affrontando, oltre che delle specificità che il sistema dei media ha nel nostro Paese. Vi è piena consapevolezza, dunque, che sia il diritto che il mercato devono trovare nella sfida imposta dall'evoluzione della tecnologia e della società occasione per un rinnovamento virtuoso che sappia porre anche nel nostro Paese solide basi per un'industria dell'informazione moderna e libera.


Non ho dubbi che di questo processo di cambiamento l'opera del Prof. Razzante saprà essere anche in futuro non solo testimonianza lucida e accorta, ma anche autorevole punto di riferimento per tutti coloro che, a vario titolo, vorranno essere protagonisti della nuova società dell'informazione.