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Il lago lombardo scomparso: la leggenda del Biscione di Milano

Scritto dal giornalista Fabio Conti, racconta in maniera dettagliata e documentata la storia del mostro Tarantasio

Anticamente in Lombardia esisteva anche un altro lago, che raggiunse la sua massima espansione tra 8 e 5 mila anni fa e che oggi è del tutto scomparso soprattutto per le bonifiche effettuate dai monaci nel Medioevo: si chiamava lago Gerundo e la tradizione vuole che all'interno ci vivesse il perfido Tarantasio, mostro di Loch Ness nostrano.

La storia di Tarantasio è legata indissolubilmente a Milano: a ucciderlo, secondo una delle leggende, fu Uberto, capostipite dei Visconti, che inserì poi il simbolo del Biscione (perché Tarantasio pare ne avesse le fattezze) nello stemma araldico della casata. Il Biscione divenne così il simbolo di Milano e fu ripreso, nei secoli, da importanti realtà economiche, come per esempio l'Alfa Romeo e la Fininvest. La storia di Tarantasio è ora raccontata, per la prima volta in maniera così dettagliata e documentata, nel libro Lago Gerundo tra storia e leggenda, scritto dal giornalista Fabio Conti.

Il volume, edito da Meravigli di Milano e presentato al Museo archeologico di Milano in una gremita sala conferenze, racconta le vicende di questo leggendario lago paludoso che sorgeva a cavallo tra le attuali province di Milano, Bergamo, Cremona e Lodi, dove ancora oggi sono visibili le tracce di uno specchio d'acqua che arrivò a occupare fino a duecento chilometri quadrati. Le coste, per esempio, sono ancora ben evidenti in molti paesi, così come la toponomastica locale fa spesso riferimento al Gerundo. Del lago hanno poi parlato illustri autori storici, primo tra tutti Plinio il Vecchio, il "cronista dei romani" che rimase ucciso durante l'eruzione del Vesuvio che avrebbe voluto raccontare nei suoi testi.

Anche Lago Gerundo tra storia e leggenda (160 pagine, oltre 200 foto a colori, 17 euro) è scritto in stile cronachistico, ma con accento narrativo. Raccoglie poi aneddoti e curiosità di un territorio che venne conteso a lungo, nei secoli, dal Ducato di Milano a ovest e dalla Repubblica di Venezia a est. Territori in cui ancora oggi è viva la leggenda di Tarantasio, che era un drago o un biscione, a seconda delle tradizioni e della zona del Gerundo, che mangiava i bambini, aveva un alito pestilenziale e provocava la febbre gialla. Oltre a come "nacque", il libro raccoglie per la prima volta tutte e cinque le leggende che il territorio ha tramandato sulla sua uccisione. La più famosa è quella che vide Tarantasio ammazzato dal capostipite dei Visconti, ma ce ne sono anche altre quattro, meno note.

Il libro, disponibile in tutte le librerie lombarde e in quelle on line, ha anche una sua pagina Facebook con gli aggiornamenti sulle presentazioni: www.facebook.com/lagogerundo