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Genio e memoria di Umberto Boccioni, una mostra per il centenario

Lʼesposizione al Mart di Rovereto presenta circa 180 opere tra disegni, dipinti, sculture e prestiti di altri musei

La genialità di Boccioni è universalmente riconosciuta, sia nella sua fase divisionista, dove il colore, vivace e vitale, si frantuma in punti, linee e pagliuzze per nebulizzare la luce e vitalizzare l'aria, e ancor di più nella sua stagione futurista, che lo spinge verso forme e dinamismi intensi e carichi di tensioni.

La memoria è, invece, una condizione più complessa che porta l'artista a guardare nel passato per costruire il futuro, ma anche a scavare nei ricordi e negli affetti che restano poi impigliati in quella sottile vena malinconica che spesso affiora dalle sue opere, anche quelle in cui il colore si accende e la forma si rompe in complicate composizioni lineari o in piani plastici.

Nel centenario della morte, 180 opere ricordano il padre dell'arte futurista. Una mostra, quella al Mart di Rovereto, che viene ripensata alla luce dei nuovi documenti riscoperti di recente presso la Biblioteca Civica di Verona e dell'eccezionale corpus dei disegni del Castello Sforzesco di Milano, integrati dai fondi archivistici del Mart e dall'accostamento con le opere dei suoi contemporanei. Una mostra che non vuole dunque seguire un andamento cronologico (anche se abbraccia un arco temporale che va dal 1903 al 1916), ma piuttosto uno sviluppo tematico.

A partire dai tre diari giovanili (resi disponibili dalla Getty Research Library di Los Angeles) e dalle tavole dell'Atlante (un vero e proprio diario figurativo, costituito da ritagli di immagini di opere d'arte), per arrivare all'intensa stagione simbolista e alla figura della madre, presente in numerosi ritratti divisionisti e nelle ardite scomposizioni futuriste, fino all'energia del dinamismo compiutamente futurista con opere come Forze di una strada (1911) del City Museum of Art di Osaka; Elasticità (1912) del Museo del Novecento di Milano e la celeberrima scultura, icona della plastica futurista e riprodotta sulle monete italiane da venti centesimi di euro, Forme uniche della continuità nello spazio (1913), proveniente dall'Israel Museum di Gerusalemme.