Due mani aggrappate a un'inferriata composta da sbarre di salsiccia.
Una ragazza in estasi su un letto di patatine fritte e un'altra sdraiata vicino a una aragosta gigante. Un sedere femminile incorniciato da una striscia di dentifricio e una macchina ricoperta di lattine. Una donna dall'acconciatura Anni 50 con un bicchiere in mano che viene riempito dal getto di un liquido giallo e persino un uomo dalla vistosa erezione. Sono arrivate a Rimini le provocatorie "cartoline" in formato gigante di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, esposte in alcuni luoghi simbolo della città romagnola.
A Rimini le "cartoline" irriverenti di Maurizio Cattelan
Marchiandoli "Saluti da Rimini", Cattelan e Ferrari hanno selezionato otto scatti dall'archivio della rivista d'arte Toiletpaper che, a loro dire, "catturano i significati simbolici di Rimini", riproponendoli in sgargianti gigantografie 'pop' esposte in Piazzale Battisti, vicino alla stazione o nel cuore romano del Ponte di Tiberio e dell'Arco d'Augusto; in piazzale Fellini, alla ruota panoramica del Porto, in piazzale Toscanini, a Castel Sismondo e al cantiere del Teatro Galli.
"Rimini non ha scelto Cattelan nè Cattelan ha chiesto a Rimini - scrive in un messaggio il sindaco, Andrea Gnassi - ci siamo trovati, forse grazie alla curiosità e al coraggio reciproco. In un momento storico in cui la città cambia Rimini ha incrociato il più discusso e controverso degli artisti mondiali che ha puntato il suo sguardo verso una città dalle mille interpretazioni e contraddizioni". Oggi, argomenta ancora Gnassi, "nel mondo si parlerà di Rimini, e Rimini stessa dibatterà sul linguaggio dell'arte, sulla irruzione dell'arte contemporanea nella storia della città, nella sua carne viva. Si discuterà d'arte nel mondo e in Italia grazie a Rimini".
Di certo se ne discute ampiamente sui social network e nel mondo politico della città romagnola. Se sui diversi gruppi online 'fioccano' a decine i post con gli internauti divisi polemicamente tra favorevoli e contrari, l'iniziativa ha sollevato le critiche dei partiti di opposizione.