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"Nazitalia", cronaca e perché di un Paese che convive col fascismo

Lʼautore, Paolo Berizzi, racconta e documenta il viaggio nella galassia nera che vuole "farsi Stato" attraverso associazioni, raccolte fondi e mirate campagne di odio social. A tutto questo ci stiamo abituando. O quasi.

C'è un sottile filo nero che unisce concerti rock, colonie estive e raccolte fondi (innocenti solo all'apparenza) con adunate, saluti romani e premeditate campagne di odio online.

Quel filo nero sta diventando sempre più il cordone ombelicale per un'Italia che sembra aver premuto l'acceleratore verso il passato e l'estrema destra. Di quel Paese ne delinea un ritratto Paolo Berizzi che per Baldini+Castoldi, ha pubblicato “Nazitalia - Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista”.   Scrivendo in prima persona e con una documentazione da ricercatore, l'autore scandaglia l'attualità, la politica e la cronaca (non a caso) nera dei giorni nostri. Non lo fa per portare a galla sporadiche nostalgie del Ventennio. Non lo fa per raccontare dispute di provincia alla Peppone e  Don Camillo. Berizzi scrive per denunciare come la galassia fascista fatta di sigle e associazioni sia ormai radicata. Un mondo quasi alla luce del sole, un mondo tollerato se non già riconosciuto dall'opinione pubblica diffusa nonostante esista ancora il reato di apologia del fascismo.

Il volume offre uno spaccato della nostra società declinata in chiave nazifascista. Se CasaPound e Forza Nuova sono le facce della medaglia più conosciute, dall'altra lottano per il riconoscimento la Generazione Identitaria, gli Hammerskin, Lealtà Azione e Skin4Skin. Lo fanno nel loro ambito, scrive Berizzi, cercando di farsi Stato. Laddove non arriva uno Stato decadente in mano a capitalismi e immigrati vari ci sono loro. Ci sono, ad esempio, le associazioni che aiutano i bambini italiani meno fortunati ad andare in vacanza come recitava un volantino trovato nella cassetta delle lettere in un condominio di San Giuliano Milanese. A promuovere il campus era Evita Peron,  area Forza Nuova: dai video social post-vacanzina (tenutasi dal 31 luglio al 6 agosto a Catania) si vedono bambini impegnati in attività quasi militari: “Inni del tricolore, disciplina e fila ordinate”.

 

Già, l'ordine. L'ordine ricorre in più passaggi di Nazitalia (ved la marcia commemorativa al cimitero milanese di Musocco il 29 aprile 2017) così come le storie. Violente o meno, conosciute o meno. Berizzi racconta quella di Luca Celeste, membro degli hammerskin, costola "d'elite" del Ku Klux Klan americano che si è diffusa in tutto il mondo. Celeste uccise il padre che, appena scarcerato, tentò di rimettere le mani addosso alla madre. Si è fatto nove anni di carcere, ha studiato e ricominciato a vivere. Celeste, oggi amministratore di reti informatiche, ha raccontato la sua storia sul palco della Leopolda a Firenze, nel novembre 2010. 

 

La storia è quella del Greco, ossia  Vassilios Caratossidis  (di cui pubblichiamo un passaggio qua) che, dopo anni di botte, agguati e sangue ha chiuso con l'universo nero nel 2010. E' il pentito. “Ho creduto in un'idea che non c'è più" dice ora perché “il fascimo è diventato una holding”. Le storie sono quelle false, quelle fake news che girano sul black web, fonte di proselitismo: l'ultradestra ama la Rete e il sentimento nero viene ricambiato via social. Siti e pagine dedicate vengono chiusi oggi e rispuntano domani cambiando una virgola nell'intestazione. Le fake no, quelle girano di bacheca in bacheca, da chat a chat. E chi se ne frega se Krysten Ritter, attrice Usa di "Breaking Bad" in quelle bacheche diventi per magia “la sorella di Laura Boldrini a capo delle cooperative che lucrano sulla pelle dei profughi”.
 
L'autore di “Nazitalia”, inviato de La Repubblica, dal marzo 2017 vive sotto tutela per le minacce ricevute.