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Trento, "Brutta negra, ti uccido": minacce razziste contro una allevatrice etiope

"ʼPrima gli italianiʼ ripetono alcuni politici, e questi sono gli effetti", ha dichiarato la donna

Trento,
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"Brutta negra, ti uccido.

Te ne devi andare". E ancora: "Questo non è il tuo posto". Sono solo alcuni degli insulti rivolti da mesi ad Agitu Ideo Gudeta, allevatrice etiope e titolare dell'azienda agricola "La capra felice" a Frassilongo (Val dei Mocheni, Trento). A toglierle il sonno è un uomo che abita vicino alla sua attività: da tempo la minaccia di morte e, di recente, è arrivato anche ad aggredirla fisicamente. Agitu ha più volte denunciato la situazione a chi di dovere, ma l'uomo non è ancora stato fermato. "'Prima gli italiani' ripetono alcuni politici, e questi sono gli effetti - ha dichiarato la donna al quotidiano L'Adige - I carabinieri stanno facendo il possibile, ma purtroppo pare che in queste situazioni intervenire sia molto difficile".

Agitu tiene però a precisare che l'aggressore non è uno del posto. "Con le persone di questa valle ho un rapporto splendido: hanno fatto il possibile per farmi rimanere qua", ha aggiunto la donna, che si è trasferita in Trentino dopo essere fuggita dall'Etiopia. L'uomo ha iniziato a mostrare segnali di intolleranza verso Agitu e altri suoi collaboratori di colore già nel giugno dello scorso anno. La situazione è però notevolmente peggiorata nel mese di agosto 2018, quando la donna ha subito le aggressioni fisiche. "Una prima volta, stavo pulendo la mungitrice quando mi ha preso per il collo dicendo 'Ti uccido'. Non capivo cosa stesse succedendo, mi mancava il respiro, ma in qualche modo sono riuscita a colpirlo alle parti basse e sono riuscita a scappare. I medici mi hanno dato 7 giorni di prognosi".

E poi la seconda: "Era il tardo pomeriggio e mi trovavo al pascolo, quando mi ha raggiunto in moto. E' sceso dal mezzo e ha iniziato ad avvicinarsi a piedi. A quel punto, ho impugnato il cellulare per filmare l'accaduto. Quando ha alzato la mano mi sono difesa col bastone, ma è riuscito a strapparmelo di mano e sono caduta a terra. Così ha iniziato a premere il legno sul collo. Schiacciava e gridava 'Io ti uccido'. Con tutta la forza che avevo in corpo ho usato i piedi per allontanarlo e ho chiamato le forze dell'ordine. Temo che prima o poi possa accadere qualcosa di brutto. Vorrei poter lavorare con serenità e girare a testa alta in mezzo ai boschi con le mie capre come facevo una volta. Voglio sentirmi sicura, nessuno può permettersi di venire a casa mia per aggredirmi... Ma io, noi non molliamo".