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Piombino, infermiera: "Nessun criminale è mai stato trattato cosi"

Fausta Bonino, lʼinfermiera arrestata con lʼaccusa di aver ucciso 13 persone con "bombe" di eparina e poi scarcerata, parla a "Quarto Grado"

Parla Fausta Bonino, l'infermiera 56enne di Piombino (Livorno), arrestata il 31 marzo scorso con l'accusa di aver ucciso 13 persone con "bombe" di eparina.

"Io sono veramente nata per fare l'infermiera e l'ho fatto proprio con passione - ha detto in esclusiva a 'Quarto Grado', due giorni dopo la scarcerazione decisa dal tribunale del Riesame -. I giorni in carcere sono stati tremendi, nessun criminale è stato mai trattato così".

Per lei quei 21 giorni passati nel carcere don Bosco di Pisa sono stati "drammatici, drammatici davvero". Così la Bonino li descrive alla trasmissione di Rete 4. "E' stata una cosa veramente tremenda - dice -. Veramente un incubo".

Nell'intervista l'infermiera, accusata di aver ucciso, tra il 2014 e il 2015, 13 pazienti nel reparto di rianimazione dove lavorava da 20 anni, racconta quanto sia stata dura "specialmente la prima settimana", prima dell'interrogatorio, quando non poteva "vedere nessuno". Poi, grazie anche alle parole del suo avvocato, Cesarina Barghini, 'mangia, cerca di andare avanti, perché è quello che vogliono... sennò vai fuori di testa', l'infermiera ha cercato di farsi "forza per i familiari. Nemmeno per me stessa, ma per i miei familiari".

Nei giorni passati nel carcere don Bosco di Pisa, la Bonino ha pensato a un "incubo: speravo di risvegliarmi, e che non fosse vero". Lei ha sentito, dalla tv, tutte le accuse che le venivano rivolte: "questo serial killer, tutte queste cose... per due giorni ho pianto. E il mio pensiero era che avessero preso una bella cantonata... di non tirarmene fuori...". Nell'intervista ricorda gli interrogatori, prima davanti ai carabinieri del Nas, che hanno condotto l'inchiesta, poi davanti al pm Massimo Mannucci, titolare dell'inchiesta: "mi ha trattato proprio malissimo, da criminale... e continuava a dirmi che potevo essere fuori di testa, che poteva esserci una fuori di testa che faceva queste cose... - prosegue l'infermiera -. Quando te lo senti dire per tre interrogatori, il primo di 6 ore, il secondo di 5, l'ultimo non mi ricordo se era di 4 o di 5 ore... hanno cominciato a dire che ero fuori di testa, visto che prendevo le pasticche per l'epilessia. Mi è venuto spontaneo dire a mio marito: 'Avrò mica avuto dei momenti...'".

"Mi dicevano: 'Lei, se vuole venire fuori da questa situazione, non deve dire che è innocente. Lei deve dire che non si ricorda e molto probabilmente che ha fatto qualcosa senza ricordarselo'. Ti fanno il lavaggio del cervello, veramente... - spiega ancora la 56enne -, ti fanno dubitare di te stessa". Poi Fausta Bonino ricorda le parole usate dal pm davanti ai giudici del riesame: "'Sono venuto apposta per dirvi di non rilasciarla perché è un elemento pericoloso: se va a casa uccide i familiari, il marito e tutti i parenti'". E' stato li', che ho pensato: "non esco più dalla galera per tutta la vita".