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Internet day, tensione manifestanti e polizia a Pisa: un fermo

Nel mirino dei contestatori Matteo Renzi, che replica: "Scontri abbastanza incomprensibili". La replica: "Ha diminuito del 20% i fondi alla ricerca"

Momenti di tensione tra manifestanti e polizia al termine di un corteo promosso da centri sociali e sindacati di base.

Gli scontri sono avvenuti nei pressi del Cnr di Pisa dove si celebrano i 30 anni della prima connessione a internet italiana alla presenza del ministro Giannini e con Renzi in collegamento. Un giovane è stato fermato, diversi i contusi. Il premier: "Scontri incomprensibili". La replica: "Ha diminuito del 20% i fondi alla ricerca".

"Non ha senso litigare" - "Stiamo discutendo di come Internet possa aiutare di più il Paese, è una di quelle cose su cui non ha proprio senso litigare", ha aggiunto Renzi in collegamento video.

"Quel collegamento fu pioneristico" - Il presidente del Consiglio ha poi ricordato il primo collegamento, avvenuto nel 1986: "Trent'anni fa quel primo collegamento fu pioneristico, il quarto al mondo. Oggi dobbiamo recuperare quel posizionamento in Champions League".

In 500 al corteo contro Renzi - Il corteo, composto da 500 persone, aveva dapprima attraversato le vie del centro senza disordini. Poi, raggiunto il Cnr, è scattato un fitto lancio di ortaggi e uova contro le forze dell'ordine. Tra gli striscioni  e le sigle dei manifestanti, se ne riconoscevano alcune riconducibili a sindacati di base, centri sociali, collettivi e universitari e anche "vittime" del salvabanche.

Un manifestante: "Hanno diminuito i fondi alla ricerca" - Il governo "ha diminuito del 20% i fondi per la ricerca, la Germania li ha aumentati del 15%. Il Paese investe l'1,25% del Pil per la ricerca. Apparteniamo a quella fascia di Paesi della Ue dove bisogna avere lavoratori che subiscono e producono materiali di massa, quello che riguarda lo sviluppo e la tecnologia deve essere messo in discussione". Lo ha detto una manifestante davanti al Cnr aggiungendo: "Le riforme che vengono fatte sono tutte contro di noi, lavoratori dipendenti e precari. Siamo qui all'esterno del Cnr per dire no alle politiche di questo governo, no alle riforma Giannini e per dire al presidente del Cnr che questo ente, oltre a fare accordi con la Difesa e Confindustria, si deve porre un serio problema per le stabilizzazioni dei 1500 precari che ci sono in tutta Italia più 2500 contratti atipici".