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Padre Renzi indagato per bancarotta Chil Post: archiviata inchiesta

Già nel 2015 la Procura aveva chiesto lʼarchiviazione, ma il Gip aveva richiesta un supplemento di indagine

Il gip di Genova Roberta Bossi ha archiviato l'inchiesta per Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, indagato per bancarotta fraudolenta nell'inchiesta sulla Chil Post, società di distribuzione di pubblicità e giornali.

Nel 2015, a fronte della richiesta di archiviazione da parte della Procura, il gip aveva disposto un supplemento d'indagine per far luce sui rapporti tra il gruppo Tnt e la società di cui Renzi senior era titolare.

Archiviazione chiesta per due volte dalla Procura - Per due volte il sostituto procuratore Marco Airoldi, che ha coordinato l'inchiesta della guardia di finanza, aveva chiesto l'archiviazione. La prima volta, però, il gip Roberta Bossi aveva spedito al mittente la richiesta disponendo altre indagini. Il magistrato aveva scavato, approfondito, controllato tutte le carte e si era nuovamente convinto dell'innocenza del padre del premier. E questa volta anche il gip si è convinta: dalle indagini, scrive il giudice nelle 20 pagine di motivazione, non è emersa alcuna responsabilita' di Tiziano Renzi nel fallimento della società.

Renzi senior: "Dopo 22 mesi finito questo incubo kafkiano" - "Dopo 22 mesi di incubo kafkiano - ha detto Renzi senior - ho finalmente ricevuto l'archiviazione. Sono felice per i miei amici e soprattutto per i miei nipoti che non hanno mai dubitato del loro nonno". E promette battaglia. "Ho sofferto molto in questi due anni. Ma credo talmente tanto nella giustizia che passerò i prossimi anni nelle aule di tribunale per chiedere il risarcimento dei danni per il fango che mi è stato gettato addosso per il cognome che porto".

Il fallimento della Chil Post e l'inchiesta- La Chil Post era stata dichiarata fallita il 7 febbraio 2013, tre anni dopo la vendita da parte di Renzi. Il papà del premier, difeso dagli avvocati Luca Mirco e Federico Bagattini, era stato accusato di bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro. Il curatore fallimentare aveva ravvisato alcuni passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, società intestata alla moglie di Tiziano Renzi, Laura Bovoli, per poco più di 3.000 euro, cifra non ritenuta congrua.

Prima della cessione della società, Matteo Renzi, insieme alle sorelle, ne era stato amministratore e dal 1999 al 2004 era stato anche dipendente della Chil spa. Quando l'attuale capo del governo venne eletto presidente della provincia di Firenze (2004), aveva avuto il "distacco" dall'azienda dopo averne ceduto il 40% delle quote e continuò a percepire i contributi lavorativi per nove anni.

Poco prima della cessione della Chil post, Tnt, uno dei principali clienti per Chil post, aveva ridotto la collaborazione con l'azienda di Renzi e successivamente l'aveva implementata con la Eventi Sei. Dalle nuove indagini non è emerso che questo abbia comportato un depauperamento della Chil e così il pm ha chiesto ancora l'archiviazione, questa volta accolta dal giudice. Y9L-MOI 29-LUG-16 20:33