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Banca Etruria, assolti i tre imputati per ostacolo alla Vigilanza

Sullʼoperazione di cessione immobili il gup ha detto che "il fatto non sussiste, mentre "non costituisce reato" lʼaccusa legata ai presunti crediti deteriorati

Il tribunale di Arezzo ha assolto gli ex vertici di Banca Etruria ai quali la Procura contestava il reato di ostacolo alla Vigilanza.

Lo ha deciso il gup, Annamaria Lopresti. I tre, assolti perché il fatto non sussiste, sono l'ex presidente di Banca Etruria, Giuseppe Fornasari, l'ex dg, Luca Bronchi, e il direttore centrale, Davide Canestri.

La formula "il fatto non sussiste" è quella usata dal gup per quanto riguarda l'operazione relativa alla cessione di immobili, in particolare quella della società Palazzo della Fonte, una di quelle sulle quali gli ispettori di Bankitalia avevano segnalato possibili criticià di rilevanza penale nel bilancio 2012.

"Il fatto non costituisce reato" è invece la formula usata dal gup per il capo d'imputazione relativo ai presunti crediti deteriorati.

L'accusa era sostenuta dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore, che avevano chiesto due anni e 8 mesi per Fornasari e Bronchi e 2 anni per Canestri. L'ex dg e il direttore centrale erano presenti alla lettura della sentenza mentre Fornasari, che aveva assistito alla prima parte dell'udienza, ha ricevuto la notizia dell'assoluzione dal suo avvocato Antonio D'Avirro.

Le vittime del salva-banche: è una vergogna - "Inammissibile e vergognosa". Così l'Associazione vittime salva-banche giudica l'assoluzione dall'accusa di ostacolo all'autorità di vigilanza per l'ex presidente Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il dirigente David Canestri. "Quello di oggi è un colpo durissimo per i risparmiatori", si legge in una nota dove l'Associazione chiede che a questo punto vengano "messe in luce responsabilità ben pi alte, ovvero quella di Banca d'Italia e di Consob, perché c'è qualcosa che non torna: o si è nascosto alle autorità di vigilanza i crediti in sofferenza oppure Banca Italia non doveva risolvere la banca e valutare al 17% i crediti in sofferenza".