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Arezzo, pane e olio ai bambini che non pagano la mensa scolastica

Nellʼistituto comprensivo Magiotti di Montevarchi "fettunta" a pranzo per i morosi del servizio di ristorazione. Pd: "Atto discriminatorio", interrogazione al ministro dellʼIstruzione

Arezzo, pane e olio ai bambini che non pagano la mensa scolastica - foto 1
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Pane e olio a pranzo per i bambini dell'istituto comprensivo Magiotti di Montevarchi (Arezzo) che non pagano la mensa.

E' la punizione che l'Amministrazione comunale da lunedì fa scontare ai morosi del servizio di ristorazione scolastica. La "fettunta", come in Toscana si chiama il pane con l'olio, unita a un po' di frutta e a una bottiglietta d'acqua, da servire su un tavolo separato o in quello destinato a quei bambini che già si portano il cibo da casa, è "un atto discriminatorio", ha commentato in una nota la vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Lucia De Robertis (Pd). La bufera politica è arrivata sul tavolo del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli.

La vicenda La notizia, pubblicata dal quotidiano La Nazione, ha provocato reazioni e polemiche. Su 1.738 genitori morosi, dopo il provvedimento, fa sapere il sindaco del comune di Montevarchi, Silvia Chiassai (centrodestra), il numero si era ridotto a 38 e poi hanno pagato altri 20. Ma la lista di chi non è in regola stata trasferita al dirigente scolastico e pare che un'insegnante abbia scelto di donare il suo pranzo a uno dei piccoli "fuorilegge" e di consumare lei al suo posto il pane con l'olio per togliersi dall'imbarazzo.

"A giugno 2016 - si difende la sindaca - ho trovato un buco di circa 500mila euro, derivante dalle morosità accumulate per mense e trasporti. Tengo a precisare che i genitori 'morosi' non sono in difficoltà economiche, solo che con atteggiamento 'furbetto' hanno accumulato mancati pagamenti". Nessun bambino, ha aggiunto, resta "senza mangiare o è messo in un angolo perché vengono avvisati i genitori" e dal momento della verifica della morosità "ci sono due mesi di tolleranza".

L'accusa dell'opposizione: atto discriminatorio "Se, come affermato dal sindaco, alcuni genitori hanno un comportamento 'furbetto' ci sono altre modalità previste dalla legge per consentire al Comune di recuperare le somme dovute evitando una sgradevole separazione tra i piccoli studenti. Ci auguriamo che l'amministrazione ritiri il provvedimento e prenda misure differenti", ribattono i parlamentari del Pd Donati, Ermini, Becattini e Parrini.

A scagliarsi per prima contro il provvedimento ("E' un atto discriminatorio", ha detto) la vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Lucia De Robertis (Pd), che dopo aver letto del caso ha presentato un'interrogazione urgente all'assessore regionale della Toscana Cristina Grieco, la quale dice di condividere la posizione, anche se - precisa - "la gestione delle mense scolastiche è di competenza del Comune".

Di "discriminazione" parlano anche i parlamentari del Pd in un'interrogazione al ministero della Pubblica istruzione Fedeli.