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Pisa, ucciso lavapiatti bengaleseTrovata l'auto usata per la fuga

Lʼuomo è stato colpito al volto da un italiano con un violento pugno ed è morto dopo il ricovero in ospedale. Apparentemente unʼaggressione senza motivo: movente razzista o gioco folle?

A Pisa, un lavapiatti bengalese di 34 anni ha perso la vita dopo essere stato colpito da un passante italiano, che gli ha sferrato con forza un pugno senza apparente motivo. Zakir Hossain, questo il nome della vittima, aveva appena concluso il turno serale nel ristorante in cui lavorava, quando uno sconosciuto lo ha avvicinato per aggredirlo, lasciandolo steso a terra. Ricoverato in rianimazione, è morto due giorni dopo.

Individuata l'auto usata per la fuga - Nel frattempo la polizia è venuta a sapere quale auto è stata usata dall'aggressore e dai suoi amici dopo l'uccisione, come dicono fonti investigative. Gli inquirenti, infatti, sono in possesso di moltissime immagini, non solo quelle girate dalla telecamera di videosorveglianza posizionata sul luogo dell'aggressione, ma anche da tante altre telecamere di sicurezza dislocate nel centro della città.

La ricostruzione dell'accaduto - Zakir lavorava da due anni in un ristorante indiano, e la maggior parte del suo stipendio lo inviava alla moglie e ai tre figli che vivono in Bangladesh, suo paese d'origine. Secondo quanto ricostruito dagli agenti l'uomo era in attesa di altri amici quando è stato aggredito e picchiato.

Dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, che hanno ripresa la scena, risulta che tre persone si sono avvicinate a Zakir. Uno di loro, forse ubriaco, viene trattenuto dagli amici, ma riesce a divincolarsi e a inveire contro il cameriere. Il movente è ancora da chiarire. Razzismo o knockout game, il gioco pericoloso importato dall'America che consiste nel dare un pugno a un passante e darsi alla fuga? Intanto la comunità bengalese ha sfilato in corteo per chiedere giustizia e far emergere la verità. Zakir viene ricordato da tutti con affetto, come un uomo mite che mandava tutti i soldi alla famiglia e regalava dolcetti ai clienti affezionati del ristorante dove lavorava.