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Terremoto, ambasciatori Ue chiedono di finanziare Italia solo al 90%

Rivista al ribasso la proposta della Commissione che consentiva il finanziamento al 100% con fondi europei. LʼItalia ha giudicato "surreale" la discussione. Anche la Germania tra i votanti a favore

La riunione degli ambasciatori dei 28 Paesi Ue ha rivisto al ribasso la proposta della Commissione che consentiva il finanziamento al 100%, con i fondi europei, della ricostruzione nelle aree colpite da terremoto e altre calamità naturali, scendendo al 90%.

Sei Paesi (Germania, Finlandia, Danimarca, Austria, Regno Unito e Svezia) hanno infatti chiesto di mantenere un'aliquota di co-finanziamento nazionale, fissato al 10%. L'Italia ha giudicato "surreale" la discussione. Ora si pronuncerà il Parlamento Ue.

"E' evidente a tutti che la proposta della Commissione, che abbiamo molto apprezzato, era un atto importante di solidarietà politica nei confronti delle nostre popolazioni terremotate. Ma non aggiungeva nuovi fondi, non introduceva nuovi criteri per lo stanziamento, e soprattutto non andava ad inficiare i pilastri della politica di coesione", ha sottolineato il rappresentante permanente italiano, l'ambasciatore Maurizio Massari.

L'ambasciatore italiano: "Solidarietà al 90%, che senso ha?" - "Non si trattava di una questione di soldi (l'ammontare di fondi Ue assegnato resta uguale), ma di principi - ha proseguito -. Se si vuole dimostrare solidarietà politica in circostanze così tragiche, questa solidarietà deve essere piena, non ha senso circoscriverla con la contabilità. E' come dire: siamo, come europei, solidali al 90%. Ma che senso ha?".

"Abbiamo perso un'ottima occasione per dare un segnale chiaro - ha aggiunto il diplomatico - semplice e forte a tutti i cittadini europei, che mai come in questo momento storico hanno un profondo bisogno di essere rassicurati sul senso e sui valori dell'Unione".