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Il caso di Stefano Perale raccontato in un minuto

"Quarto Grado Files" ripercorre la vicenda del professore di Mestre che nel giugno 2017 ha ucciso Anastasia Shakurova e il suo fidanzato Biagio Buonomo

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Un amore idealizzato e mai reale. Questa la causa dietro le azioni di Stefano Perale, cinquantunenne professore di inglese residente a Mestre che nella notte tra il 17 e 18 giugno 2017 ha ucciso Anastasia Shakurova (31 anni) e il suo fidanzato Biagio Buonomo. Secondo le ricostruzioni, Stefano e Anastasia si sono conosciuti nel 2014 a un corso d'inglese: lui si innamora ma la donna non ricambia. Nonostante questo i due si sentono spesso fino al 2016, quando Anastasia si fidanza con Biagio, 32 anni, ingegnere aerospaziale. La loro relazione raffredda i rapporti fra lei e Stefano, che cerca comunque di riallacciare un legame.

Il 17 giugno invita Anastasia e Biagio a cena, li narcotizza sbriciolando nell'aperitivo quindici compresse di un potente sonnifero e mette in atto il suo folle piano: colpisce Biagio cinque volte con un tubo metallico, per poi soffocarlo con una pezza imbevuta di anestetico. Anastasia viene portata in camera da letto e stuprata, soffocata a sua volta da uno straccio imbevuto di cloroformio e violentata nuovamente anche da morta: Perale riprende la scena con una telecamera. Emergerà poi dall'autopsia che Anastasia era incinta. Dopo aver tentato inutilmente di nascondere i corpi, l'uomo chiama la polizia per costituirsi. Nell'udienza preliminare gli viene concesso il rito abbreviato, ma la difesa chiede un'integrazione della perizia psichiatrica, fatta in precedenza. Perale è giudicato capace di intendere e volere. I parenti della coppia chiedono 4 milioni di risarcimento.