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Irpinia-Basilicata, 35 anni fa il tragico terremoto che sconvolse l'Italia: le foto

Il sisma causò 2.570 morti, 8.848 feriti e circa 300mila senzatetto. Lo Stato stanziò quasi 30 miliardi di euro, un fiume di soldi sprecato a causa di affari e malaffari per la ricostruzione: furono aperte svariate inchieste della magistratura

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Il terremoto che il 23 novembre 1980, alle ore 19.34 circa, colpì l'Irpinia e la Basilicata ebbe una magnitudo di 6.9 (pari a circa il decimo grado della scala Mercalli) e causò 2.570 morti, 8.848 feriti e circa 300mila senzatetto.

Alcuni comuni vicini all'epicentro - tra i quali Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Laviamo, Muro Lucano - furono quasi rasi al suolo, altri gravemente danneggiati. Oggi, a 35 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt'altro che sbiadito.

Irpinia-Basilicata, 35 anni fa il tragico terremoto che sconvolse lʼItalia: le foto


I crolli

- A Balvano il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa della sera. Dei 679 comuni delle otto province interessate dal sisma (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia, 506 (il 74%) ebbero danni da disastrosi a lievi. Le tre province maggiormente colpite furono quelle di Avellino (103 comuni), Salerno (66) e Potenza (45). Trentasei comuni dell'area epicentrale ebbero circa 20.000 alloggi distrutti o irrecuperabili. In 244 comuni (non epicentrali) delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, altri 50.000 alloggi subirono danni da gravissimi a medio-gravi. Ulteriori 30.000 alloggi lo furono in maniera lieve.

Dopo le difficoltà determinate dalla gravità dei danni e dall'estensione dell'area colpita, il governo affidò a un Commissario straordinario, Giuseppe Zamberletti, il compito di coordinare le operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. Successivamente, il 14 maggio 1981, il Parlamento approvò la legge 219 per la ricostruzione e lo sviluppo delle aree colpite dal sisma, stanziando ingentissime risorse finanziarie, mai dettagliatamente quantificate.

La ricostruzione

- Oggi la ricostruzione del patrimonio edilizio ha superato il 90%. Lo sviluppo industriale, invece, si è realizzato solo in parte: delle aziende che hanno beneficiato dei contributi dello Stato, solo alcune sono in attività, altre hanno chiuso i battenti e sono fallite, con il risultato di un numero di occupati di gran lunga inferiore a quello previsto.

Polemiche placate dal tempo

- Il tempo ha placato le furenti polemiche sull'erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati

stanziati quasi 30 miliardi di euro

(dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell'impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico. Come resta la scossa data dall'arrivo suoi luoghi della tragedia dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l'appello

"Fate presto"

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