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Loris, Gip di Ragusa:"Veronica mente e nega l'evidenza, ma telecamere la smentiscono"

Quel sabato lʼauto della donna si ferma 2 minuti nella strada del Mulino Vecchio tra le 8.33 e le 8.35. Cosa ci va a fare a quellʼora?

Andrea loris stival,Veronica Panarello
agenzia

Pur di non spiegare quel che ha fatto tra le 8.30 e le 9.36 di quel sabato 29 novembre, Veronica Panarello "arriva a negare anche l'evidenza". In cento pagine, il Gip di Ragusa Claudio Maggioni smonta il racconto della mamma del piccolo Loris pezzo per pezzo, grazie alle immagini registrate da 13 telecamere di Santa Croce Camerina. L'auto di Veronica, poi, si ferma 2 minuti nella strada del Mulino Vecchio tra le 8.33 e le 8.35. Cosa ci va a fare a quell'ora?

Loris, Gip di Ragusa:"Veronica mente e nega lʼevidenza, ma telecamere la smentiscono"

Veronica aggiunge nuove bugie a quelle già raccontate: sostiene di aver perso il secondo mazzo di chiavi; dice che le forbici nella camera dei bambini non erano quelle che stavano sempre in bagno, come conferma invece Davide Stival; nega il tentativo di suicidio nonostante il verbale dei carabinieri del 2004; ammette per la prima volta di esser tornata a casa per 2 minuti dopo le 9.39, circostanza sempre negata, ma solo per prendere un'agendina con le ricette.

LORIS TORNA A CASA - Nelle 4 volte che è stata sentita finora, Veronica ha sempre sostenuto di aver portato Loris a scuola: "come al solito ho provveduto ad accompagnare mio figlio a scuola, erano le 8.30-8.40. Ho detto a Loris di prendere i due sacchetti della spazzatura al fine di conferirli nel cassonetto. lui però ne ha preso solo uno e poi sono saliti sulla mia autovettura". Ma la telecamera dell'emporio Vanity and House davanti l'abitazione di via Garibaldi, riprende un'altra scena: "alle 8.30 circa - scrive il Gip - si registra l'uscita a piedi di figure riconducibili per statura a quella di un adulto (primo soggetto), di un bimbo molto piccolo (secondo soggetto) e di un altro bambino poco più alto del precedente (terzo soggetto)". 50 secondi dopo "ricompare la figura riconducibile al bambino più alto che si dirige molto velocemente verso il ballatoio che conduce al portone d'ingresso. tale figura permane per pochi secondi dinanzi al portone per poi introdursi nello stabile". Quando fanno vedere queste immagini al papà di Loris, Davide Stival, lui non ha dubbi: "E' mio figlio". Tra l'altro, aggiunge il Gip, tra le 8.30 e le 8,48 "nessun individuo riconducibile ad un bambino esce o entra nel portone".

LA POLO NERA MAI A SCUOLA - Dopo esser uscita di casa, mette a verbale Veronica, "ho preso via Roma per poi svoltare in via Meli...svoltavo a destra per via Di Vittorio e, giunto all'intersezione con via Fratelli Cervi, svoltavo a sinistra fermandomi poche decine di metri dopo. Li' scendeva mio figlio Loris che si avviava verso la scuola". Ma ci sono ben 4 telecamere che la smentiscono: "Alle 8.39 - si legge nell'ordinanza - dopo aver superato il semaforo di via Roma l'auto svolta alla sua sinistra, su via Amedeo, e non prosegue dritto così come invece riferito dalla donna". E dunque tra le "8.31 e le 8.46 la Polo non è mai apparsa nelle 4 telecamere (una su via Roma e 3 su via Matteotti, ndr) sul percorso seguito abitualmente". Gli investigatori hanno infatti visto anche le immagini registrate il 27 e il 28 novembre, scoprendo che nei due giorni precedenti la mamma di Loris aveva effettivamente seguito il percorso indicato.

I 6 MINUTI AL MULINO VECCHIO - "Alle 9.20 circa - dice Veronica - sono uscita di casa e sono andata verso la rotatoria, proseguendo sulla Sp 35 per circa un chilometro, superando l'incrocio con la Sr 24 fino a giungere alla curva dove, sulla sinistra, sono posizionati i cassonetti dei rifiuti. Senza scendere mi sono affiancata ai cassonetti e ho buttato un sacchetto dei rifiuti contenente un pannolino sporco". Le riprese delle telecamere del distributore della Erg e dell'azienda agricola sulla strada del Mulino la smentiscono e la vedono passare alle 9.25. 11 minuti dopo un'altra telecamera, sulla Sp 120, la riaggancia: 11 minuti per fare un percorso che gli investigatori, in auto con lei, fanno in meno di 5 minuti e mezzo. C'è dunque un buco di 5 minuti e 33 secondo che, scrive il Gip, "è compatibile con il raggiungimento della zona del mulino vecchio, l'abbandono del corpo esanime del bambino e il rientro sulla sp 35 e la successiva svolta sulla sp 120 dove il passaggio viene registrato".

LE CHIAVI, LE FORBICI E L'AGENDINA - Alle vecchie bugie, la madre di Loris ne aggiunge altre durante l'interrogatorio davanti al Gip. Quando le chiedono del secondo mazzo di chiavi la donna sostiene infatti di averlo perso mesi fa, versione smentita dal marito secondo il quale le chiavi erano sempre in auto. E quando le sottopongono le foto delle forbici sequestrate nella cameretta dei bambini, che per il marito erano state sempre in bagno, lei si limita a sostenere che "Davide si sbaglia". Infine, il secondo rientro a casa, dove rimane dalle 9.39 alle 9.41, "circostanza ripetutamente omessa - scrive il Gip - sino all'interrogatorio del 9 dicembre". Quando dice di esser tornata per prendere un'agenda con le ricette di cucina.