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Egiziani pestati nel Catanese, gli indagati: "Noi siamo le vittime"

Catania, i tre italiani raccontano al gip una versione ben diversa da quella ufficiale. Il loro legale: "Aggrediti da 7-8 extracomunitari"

"Noi siamo le vittime, non gli aggressori.

Le mazze le avevano in mano loro, gliele abbiamo tolte". E' quanto hanno raccontato al gip i tre italiani arrestati nel Catanese per aver aggredito quattro minorenni egiziani, uno dei quali versa in gravi condizioni. La versione di Antonino Spitale, 18 anni, e dei fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni, è dunque ben diversa da quella ufficiale, rafforzata da un video shock.

La versione degli indagati - L'avvocato Pietro Marino, difensore dei tre italiani, rivela la versione dei suoi assistiti negando qualsiasi movente razziale così come l'esistanza di pregressi: "All'uscita di San Cono, 7-8 extracomunitari hanno aggredito per futili motivi il 18enne. I due fratelli Severo stavano passando e sono intervenuti per difendere l'amico. Uno dei due, che in auto aveva una pistola per giocare a softair, l'ha impugnata per farli fermare. Gli ha intimato di allontanarsi, minacciando di sparare, cosa che sapeva di non potere fare. Così hanno tolto loro le mazze da baseball. Ma gli egiziani erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti, e loro si sono difesi. Sono i miei assistiti le vittime".

Il gip si riserva di decidere sul fermo - Il giudice per le indagini preliminari, Ettore Cavallaro, si è riservato di decidere sulla convalida del fermo eseguito dai carabinieri per tentativo di omicidio e lesioni e sulla richiesta della Procura di Caltagirone di emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. La decisione sarà resa nota mercoledì.

Si muove l'ambasciata egiziana - L'ambasciata di Egitto a Roma, intanto, ha contattato in ospedale i minorenni aggrediti a Catania. L'ambasciatore Amr Helmi ha sottolineato che il console andrà a visitare i ragazzi vittime dell'aggressione per accertarsi delle loro condizioni e prenderà contatto con gli inquirenti che stanno indagando sul caso.