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Libano, Dell'Utri trasferito in ospedale Estradizione: gli atti andranno tradotti

Lʼex senatore ha lasciato il centro di detenzione per motivi di salute su decisione del procuratore generale presso la Cassazione libanese. Intanto rischiano di complicarsi le procedure per lʼestradizione

marcello dell'utri carabinieri
ansa

L'ex senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, ha lasciato la sede del comando di polizia a Beirut, dove era detenuto da sabato, ed è stato ricoverato presso l'ospedale Al Hayat. Lo ha riferito il suo avvocato libanese, Nasser Al Khalil, sottolineando che il trasferimento è dovuto a motivi di salute. Dell'Utri è piantonato dalla polizia e può incontrare solamente i familiari. Per l'estradizione dovranno essere tradotti in francese tutti gli atti processuali.

Il trasferimento, disposto dal procuratore generale presso la Corte di Cassazione libanese, è giunta dopo la lettura del referto stilato da un cardiologo che ha visitato l'ex parlamentare nel centro di detenzione di Beirut. Secondo il medico, Dell'Utri necessita di un monitoraggio continuo nonostante le sua condizioni non destino, al momento, preoccupazione.

Dell'Utri ha 72 anni e da tempo soffre di problemi di cuore tanto da esser stato sottoposto, in passato, a diversi interventi chirurgici.

Il difensore: "Ragioni umanitarie" - Il trasferimento è stato deciso solo per "ragioni umanitarie" che nulla hanno a che vedere con la procedura di estradizione richiesta dall'Italia. Lo chiarisce Al Khalil, secondo cui "la richiesta documentata di estradizione non è ancora arrivata dall'Italia".

Martedì 8 aprile la terza sezione della Corte d'appello di Palermo aveva emesso un ordine di custodia cautelare per pericolo di fuga nei confronti dell'ex senatore, che attende il giudizio della Cassazione dopo la condanna a 7 anni in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

Atti dovranno essere tradotti in francese - Il trattato di estradizione tra Italia e Libano prevede la traduzione in francese di tutti gli atti processuali utili a Beirut per prendere una decisione. Questo potrebbe complicare notevolmente le procedure per ottenere l'estradizione stessa.

Quanto alla presunta domanda del Libano di trascrivere anche in arabo la documentazione, il ministero della Giustizia italiano è intervenuto smentendo di aver ricevuto una richiesta in tal senso.

Il materiale in questione è comunque vastissimo: non si tratterebbe infatti solo dell'ultima sentenza, lunga circa 500 pagine, e dei verbali delle udienze e delle deposizioni dei testi sentiti al processo di secondo grado, ma anche, secondo un'interpretazione del trattato di estradizione Italia-Libano, dei due verdetti precedenti, ossia quello emesso dal tribunale e la prima sentenza d'appello poi annullata dalla Cassazione.