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Rubati gioielli per 2 mln a Valentina Cortese: arrestate governanti

Una lavorava per la famiglia da 30 anni, lʼaltra da 15. Le due donne, latinoamericane, sono accusate anche di un altro furto

Tradita dalle sue due governanti.

Le donne che si prendevano cura dell'attrice 93enne Valentina Cortese,una da 30 e l'altra da 15 anni, le hanno rubato i gioielli che custodiva nella cassaforte. Il furto dei preziosi, il cui valore supera i 2 milioni di euro, è avvenuto a maggio. Dopo sei mesi di indagini le due donne, che si sono dichiarate sempre innocenti, sono state arrestate.

Le governanti, entrambe di origine latinoamericana, sono accusate anche del furto di un preziosissimo anello con un diamante da dieci carati che era scomparso da un armadio dell'attrice nel settembre 2013. Dopo quell'episodio, la famiglia Cortese aveva deciso di dotarsi di due cassaforti a muro per custodire oltre 30 scatole piene di gioielli storici e artistici, molti dei quali firmati Bulgari e Van Cleef & Harpels: parure, anelli, orecchini, bracciali con pietre preziose. La prima cassaforte, quella completamente svaligiata, si trova nella camera da letto dove l'attrice è costretta da tempo, mentre la seconda si trova in un vicino corridoio e serve per custodire esclusivamente la chiave della prima, che per essere aperta ha bisogno anche di una combinazione.

La chiave della seconda cassaforte e la combinazione della prima erano custodite solo dalla nuora (ed unica erede) dell'attrice e dalle due governanti, ma i sospetti degli investigatori della Mobile si sono fin da subito orientati sulle due badanti. La 59enne originaria di El Salvador, che da 30 anni prestava servizio per la Cortese e l'aveva accompagnata in tutti i viaggi e le serate, era ritenuta dall'attrice "una figlia". Non viveva nello splendido e gigantesco appartamento nel pieno centro di Milano ma ci lavorava tutte le mattine. A differenza della sua presunta complice, la 44enne di origine peruviana che, lavorando come badante per la notte, aveva a disposizione anche una stanza. Anche lei era considerata dalla famiglia come una persona di estrema fiducia.