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Regeni, l'Egitto smentisce "i media occidentali": non arrestato da 007

Secondo il Cairo non sarebbero stati i servizi di sicurezza egiziani a prendere e torturare il ricercatore 28enne. Per gli investigatori italiani invece gli apparati di sicurezza volevano avere lʼelenco dei suoi contatti. Il New York Times: "Ritenuto una spia"

Regeni, l'Egitto smentisce
ansa

Il ministero dell'Interno egiziano ha smentito le notizie apparse sulla stampa internazionale riguardanti Giulio Regeni, il ricercatore italiano che è stato trovato morto a Il Cairo all'inizio di questo mese.

Secondo quando riporta l'agenzia di informazione Mena, il ministero ha quindi negato che il 28enne "sia stato imprigionato dalle autorità di sicurezza egiziane prima della sua morte".

Secondo Il Cairo, "i media occidentali hanno pubblicato informazioni completamente erronee circa le condizioni della scomparsa dell'italiano" e aggiunge che "una grande squadra di indagine, che coopera pienamente con la controparte italiana, è incaricata di svelare il movente dell'omicidio". I risultati delle ricerche e delle indagini su questo caso inoltre "saranno annunciati quando porteranno a risultati utili".

Le chat con la fidanzata e i depistaggi - Secondo quanto riporta il Corriere della Sera il ricercatore italiano, a cui era stato detto di intensificare il suo lavoro sul sindacato egiziano, unica vera opposizione al regime di Al Sisi, sarebbe stato "vittima di interessi che andavano oltre l'approfondimento della realtà egiziana", per questo bisogna capire che "fine abbiano fatto i suoi report sui sindacati, e a chi siano stati inviati". Gli investigatori italiani credono che la sua cattura si inserisca nella volontà degli apparati di sicurezza di conoscere l'origine delle sue conoscenze e avere i suoi contatti.

Secondo i carabinieri del Ros e i poliziotti dello Sco inoltre bisogna prendere con le pinze i racconti dei testimoni, che possono essere il frutto di depistaggi per allontanare le indagini dalla verità. Secondo un teste, infatti, Regeni sarebbe stato catturato da poliziotti in borghese alle 17.30 ma, dai dati emersi dal cellulare, il ricercatore aveva scritto su Facebook alla fidanzata e aveva inviato un Sms a un suo amico professore, che avrebbe dovuto vedere, ben due ore dopo.