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Prende un monopattino dall'immondizia, azienda per i rifiuti licenzia per furto un'operatrice

La 40enne: "Non sono una ladra, me lʼha regalato una collega per i miei figli: sono stata ingenua ma non una ladra"

Prende un monopattino dall'immondizia, azienda per i rifiuti licenzia per furto un'operatrice - foto 1
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"Ho perso il lavoro perché volevo portare un regalo a mio figlio, ma io non ho mai rubato nulla nella mia vita".

Queste le parole di Aicha Elisabethe Ounnadi, ex dipendente della Cidiu, azienda di raccolta rifiuti della cintura Ovest di Torino. Ex perché la 40enne, separata e con tre figli da mantenere, è stata licenziata lo scorso 30 giugno per "l'appropriazione indebita di un bene non di sua proprietà". Nella sua auto è stato ritrovato un monopattino proveniente dalla spazzatura.

I fatti - Il 18 maggio un monopattino viene trovato nell'autorimessa di Cascina Gaj da uno dei responsabili del centro. Il giocattolo è imbustato e appeso vicino alla bacheca aziendale con un messaggio destinato ai dipendenti: "Non si fa. La prossima volta potresti essere beccato. Fai tesoro di questo messaggio". Il giorno successivo l'oggetto in questione è rinvenuto nell'auto della 40enne, che viene licenziata dall'azienda.

La versione della donna - Aicha sostiene che quel giorno verso le 6 di mattina una collega le abbia portato un vecchio monopattino dicendole che era un regalo per i suoi figli. La donna, senza fare domande sulla provenienza di qull'oggetto, lo ha caricato sulla propria auto. Questa versione dei fatti è stata confermata dalla collega. "Facevo la spazzina, ho i calli nelle mani, ma non mi sono mai lamentata e non credo che qualcuno possa dire qualcosa sul mio operato - afferma Aicha - Improvvisamente adesso sono diventata una ladra, ma non è così. Forse ho agito con leggerezza, ma non meritavo un trattamento del genere. Essere licenziata per un monopattino vecchio e rotto di cui nessuno conosce la provenienza è assurdo. E la cosa più assurda è che magari non veniva nemmeno da un cassonetto, ma adesso è stato fatto sparire".

La versione dell'azienda - L'azienda sostiene che sia venuto meno il rapporto di fiducia con la donna, in quanto: "A tutti i dipendenti è stato più volte ribadito che non è ammesso appropriarsi dei beni provenienti dalla raccolta dei rifiuti".

Lo snodo - Il fulcro della questione sta nel riuscire a stabilire se la donna abbia caricato sulla propria auto il monopattino pensando che si trattasse di un regalo di qualche collega per i suoi figli, oppure se fosse consapevole che fosse un rifiuto e quindi di un bene aziendale.