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Thyssen, impossibili pene più alte

Lo sostengono fonti della Cassazione dopo la decisione della Corte Suprema di annullare la sentenza di appello e indire un nuovo processo

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Nel processo d'appello-bis per la vicenda Thyssen potranno aumentare le pene per singolo reato ma non potrà aumentare, complessivamente, l'entità della condanna per ciascun imputato rispetto a quella del primo processo d'appello per il divieto della "reformatio in peius" e anche perché non è stato accolto il ricorso della Procura di Torino". E' quanto evidenziano fonti della Cassazione.

Nel dettaglio - spiegano ancora le fonti della Suprema Corte - nel processo d'appello-bis "sarà possibile la rimodulazione delle singole pene, anche con singoli aumenti rispetto all'entità di quelli stabiliti nel primo processo d'appello, ma il cumulo totale delle pene non potrà essere superiore alla condanna finale pronunciata al termine del processo di secondo grado".

"Nessun rischio prescrizione" - Le stesse fonti sottolineano, ancora una volta, che "con l'ultimo verdetto c'è stato il passaggio in giudicato per tutti i reati accertati dalla Cassazione e dunque non ha nessun fondamento il timore del rischio prescrizione".

Camusso: "Errore ridurre portata sentenza su strage" - Il segretario Cgil, Susanna Camusso, ritiene sul caso Thyssen che la sentenza della Cassazione abbia commesso l'errore di "ridurre la portata" della sentenza originaria che prevede il reato di strage. Lo ha detto a margine della manifestazione del 25 aprile a Milano. "Fermo restando - ha affermato - il rispetto per i familiari delle vittime e per le sentenze, quella della Thyssen è una grande strage determinata da non investimenti e da precise condizioni di lavoro, ridurne la portata mi sembra sbagliato".