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Palermo, colpo ai clan: maxisequestro al tesoriere del boss Messina Denaro

Tra i beni individuati dalla gdf anche lʼex hotel Kempisky, resort di lusso di Mazara del Vallo, gestito da una società estranea allʼindagine

Palermo, colpo ai clan: maxisequestro al tesoriere del boss Messina Denaro - foto 1
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La guardia di finanza di Palermo e i carabinieri del Ros hanno sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 60 milioni di euro a Giovanni Savalle, esperto fiscale-tributario e imprenditore del settore alberghiero ed immobiliare.

L'uomo è ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro.

Secondo quanto hanno scoperto gli inquirenti in pratica Savalle gestiva il tesoro del boss e tra i beni che gli sono stati sequestrati c'è anche l'ex hotel Kempisky, resort di lusso di Mazara del Vallo. L'attività, gestita da una società totalmente estranea all'indagine, resta però in funzione. La società subentrata a Savalle ha preso in affitto la struttura dall'amministratore giudiziario a cui paga il canone.

Chi è il tesoriere di Messina Denaro - Finora per gli inquirenti era una sorta di signor nessuno, qualche precedente per reati economici e fallimentari, nessun coinvolgimento in inchieste su Cosa nostra. Fino all'attuale maxisequestro, con il provvedimento emesso dal tribunale di Trapani. L'indagine patrimoniale che ha portato al sequestro è stata coordinata dal pm della Dda di Palermo Piero Padova.

A parlare dei rapporti di Savalle con il capomafia di Castelvetrano è stato il medico affiliato alla 'ndrangheta Marcello Fondacaro, che ha reso dichiarazioni anche su un altro imprenditore del settore finito sotto inchiesta, l'ex patron del Valtur Carmelo Patti, poi deceduto. Fondacaro ha raccontato che Savalle aveva rapporti con il superboss attraverso il fratello della donna con cui Messina Denaro ha avuto una figlia. L'ex cognato del boss e l'imprenditore dovevano partecipare alla realizzazione di un villaggio a Isola Capo Rizzuto che prevedeva la partecipazione al 33% di Cosa nostra e 'ndrangheta.

Madre, padre e fratello di Savalle inoltre erano soci della Atlas Cementi dei mafiosi agrigentini Cascio. Recentemente Savalle è stato rinviato a giudizio per falso in bilancio in concorso con il titolare di un grosso laboratorio di analisi e ambulatorio palermitano: Locorotondo. Gli inquirenti hanno trovato Savalle di ritorno dalla Svizzera con documenti che fanno pensare all'apertura di una serie di conti esteri.