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Morte dell'avvocato spezzino, sorella anestesista arrestata per omicidio

Marco Valerio Corini era il legale di Buffon. Secondo accusa, la donna gli fece cambiare testamento e poi avrebbe riempito il fratello, malato di cancro, di antidolorifici al punto di accelerarne la dipartita

Morte dell'avvocato spezzino, sorella anestesista arrestata per omicidio - foto 1
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Prima gli ha fatto cambiare testamento, poi l'ha ucciso iniettandogli antidolorifici in dosi massicce.

Marco Valerio Corini, avvocato spezzino, legale e amico di Buffon, è morto così nel settembre 2015, secondo i carabinieri, ucciso da sua sorella anestesista. La donna avrebbe riempito il fratello, malato di cancro, di antidolorifici al punto di accelerarne la dipartita. Per questo Marzia Corini è stata arrestata con l'accusa di omicidio volontario.

Un'intercettazione inchioderebbe la sorella - "Tu l'hai capito che se io non avessi sedato Marco, in quel giorno, lui non sarebbe morto?". E' questa una delle frasi riportate nell'ordinanza di custodia cautelare che, secondo la procura de La Spezia, inchioderebbero Marzia Corini. La frase è stata intercettata dagli investigatori durante una conversazione telefonica fatta con un'amica.

"In realtà ho deciso io per lui quando non era più tollerabile e questa è una cosa che mi porto dentro. Volevo soltanto che fosse chiaro che ho deciso io che sarebbe morto in quel giorno".

Il testamento a favore della fidanzata - Secondo l'accusa la donna avrebbe ucciso il fratello a causa di un testamento che la penalizzava a favore della fidanzata ventenne dell'avvocato. Secondo quanto ricostruito, Marzia Corini sapeva che dopo aver accertato la malattia, il fratello aveva fatto testamento e sapeva anche che questo testamento non la favoriva per nulla anzi: il legale aveva lasciato alla fidanzata ventenne tutti i suoi averi, salvo la quota di legge per i familiari.

Voleva solo alleviare le sofferenze del fratello? - C'è però chi fa notare che, essendo anestesista, la donna può essere stata tentata di usare la mano pesante con la morfina e con gli oppiacei per alleviare alle sofferenze del familiare, ben sapendo che nulla è più possibile da un punto di vista della cura.

Indagata anche un'altra donna - Quando l'uomo si è improvvisamente aggravato durante l'estate, la sorella ha cominciato a assisterlo assieme a un altro avvocato, Giuliana Feliciani, che spesso aveva affiancato Marco Corini in tribunale. Una collega, un'amica con la quale Corini aveva anche condiviso lo studio per un certo periodo di tempo. Secondo quanto accertato i carabinieri è stata lei, l'avvocato, a convincere Corini a stracciare il primo testamento e a sottoscriverne un altro. Un testamento molto più favorevole alla sorella, tanto che adesso è indagata per circonvenzione di incapace e testamento falso.

Corini, secondo quanto accertato dagli inquirenti, non era più lucido negli ultimi tempi: un po' per l'aggravarsi della malattia, un po' per la morfina che gli veniva somministrata per lenire il dolore. Quindi, dev'essere stato poco impegnativo fargli stracciare il documento e fargliene firmare un altro.

Era l'avvocato di Buffon - Il 25 settembre 2015 Marco Valerio Corini è morto nel cordoglio generale perché era molto conosciuto e molto benvoluto. Da anni era il legale di fiducia del portiere della Nazionale e della Juventus Gianluigi Buffon che lo aveva inserito nei Cda delle aziende di cui era diventato azionista. Appassionato di calcio, era stato presidente dello Spezia a metà degli anni '80. Era stato anche presidente della Associazione oncologica milanese, presidente del Cda della Mascioni e membro del cda della Zucchi.

Indagine partita dalla denuncia della fidanzata - L'indagine, secondo quanto appreso, ha avuto il suo input dalla denuncia della fidanzata di Corini, che alla lettura del testamento si è ritrovata a stringere un pugno di mosche in mano. E le indagini hanno portato a ipotizzare che Marco Corini fosse morto stroncato da una dose massiccia di oppiacei, forse morfina, somministrati secondo l'accusa dalla sorella Marzia. Purtroppo il corpo non potrà fornire prove. Marco Valerio Corini aveva deciso che voleva essere cremato e le sue ceneri sparse in mare.

Gip: "Pericolo di reiterazione del reato e di fuga" - Un "concreto e attuale pericolo di ricaduta in reati della medesima specie" e la "possibilità di fuga" sono alla base della motivazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari che il gip del tribunale de La Spezia ha emesso nei confronti della dottoressa Marzia Corini.