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Milano, tassista aggredito dal bodybuilder rifiuta il risarcimento

Per i legali lʼofferta di 5000 euro è troppo bassa per le lesioni subite

Milano, tassista aggredito dal bodybuilder rifiuta il risarcimento - foto 1
tgcom24

Non corrisponde al danno subito: con questa motivazione è stata respinta al mittente l'offerta risarcitoria di Antonio Bini, il 29enne bodybuilder che ha aggredito il tassista Pier Federico Bossi a Milano, staccandogli l'orecchio.

Bini aveva offerto 5000 euro alla sua vittima, alla quale aveva anche procurato alcune fratture multiple. Per i legali del tassista. come detto, il risarcimento è del tutto insufficiente. Durante il processo per lesioni, aggravate da futili motivi, Bini aveva sostenuto di essere stato provocato.

Oltre al lobo dell'orecchio, ricucito con un'operazione d'urgenza eseguita all'ospedale Niguarda, il tassista aveva riportato la rottura del naso e una lussazione alla spalla, che gli sono costati una prognosi di trenta giorni. 

L'aggressione - La lite tra i due automobilisti era scoppiata il 28 novembre scorso, nei pressi della Stazione Centrale, quando il tassista dopo aver accompagnato un cliente si era fermato per bere un caffé. Al momento di riprendere la corsa, però, non si era accorto dell'arrivo della macchina dello sportivo che, per evitare l'impatto, aveva dovuto frenare bruscamente. Come dimostrano le telecamere della zona, i due dopo essere scesi dall'auto hanno iniziato a litigare e sono venuti alle mani cadendo a terra.

Dopo l'aggressione il bodybuilder ha tentanto la fuga ma è stato fermato dallo tassita ferito. Dopo il rifiuto del risarcimento considerato irrisorio, il giudice della undicesima sezione penale, Carlo Cotta, ha aggiornato al prossimo 5 febbraio il dibattimento a carico del ventinovenne per consentire alle parti di trovare un accordo possibile.