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Madre e figlio morti, la donna temeva che il bimbo si legasse troppo all'ex compagno

La tragedia è avvenuta sabato pomeriggio a Sambucheto di Recanati, dove una donna di 32 anni, Laura Paoletti, ha ucciso il figlio, 7 anni, e poi si è suicidata

Madre e figlio morti, la donna temeva che il bimbo si legasse troppo all'ex compagno - foto 1
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Con il passare delle ore si conferma sempre più l'ipotesi di un omicidio-suicidio per la tragedia che si è consumata sabato pomeriggio a Sambucheto di Recanati (Macerata), dove una mamma di 32 anni, Laura Paoletti, ha ucciso il figlio, 7 anni, con un fucile da caccia e poi si è suicidata.

E' ancora da comprendere, però, la molla che ha spinto al gesto la donna: forse Laura temeva che il figlio si affezionasse troppo all'ex compagno.

Madre e figlio morti, la donna temeva che il bimbo si legasse troppo allʼex compagno

Forse le motivazione del gesto nelle pagine del diario di Laura - A chiarire cosa sia avvenuto nella testa della donna potrebbero essere dei fogli di diario sequestrati dai carabinieri, in cui Laura avrebbe manifestato il suo disagio, il desiderio di non lasciare il figlio al padre e, in modo velato, la possibilità di compiere gesti estremi. Solo pochi giorni fa, infatti, era stato raggiunto un accordo che fissava gli orari e le modalità delle visite da parte del padre, Lorenzo Lucaroni, geometra 39enne.

I conflitti con l'ex compagno e la denuncia per stalking - Laura aveva denunciato l'ex compagno per stalking, solo perché lui, pare, aspettava il bimbo davanti alla scuola per poterlo vedere; Lucaroni, a sua volta, aveva lamentato le difficoltà che incontrava per poter trascorrere del tempo con lui.

Legale: "Eravamo vicini a una soluzione" - "Laura viveva la situazione di conflitto tipica di due persone che si sono lasciate e debbono gestire questa fase patologica, diciamo, della crisi che riguardava la gestione del bambino - ha detto il legale della donna, l'avv. Alessandra Perticarà -. Avere una causa di diritto di famiglia o di regolamentazione è sempre un fatto personale che chiunque vive intensamente. Però non c'erano questioni particolari".

"Stavamo lavorando per una soluzione condivisa - ha spiegato ancora l'avvocato Perticarà -. A livello processuale stavamo facendo dei passi e avevamo trovato una disponibilità di entrambi, poi si sarebbe dovuto trattare per il futuro per ulteriori ampliamenti dell'accordo. L'ultima volta che l'ho sentita abbiamo parlato di questioni riguardanti la pratica con molta serenità. Ci siamo salutate tranquillamente. Abbiamo anche scherzato".

Anche il titolare dello scatolificio Cartotecnica Idelabox, di cui la Paoletti aveva una piccola quota azionaria, ha riferito ai carabinieri di aver sentito nella mattina di sabato, giorno della tragedia, la donna e che la giovane mamma era serena. I due avevano parlato solo di questioni di lavoro.

Forse Laura temeva che il figlio si affezionasse troppo al padre - Ma proprio sabato pomeriggio, alle 16, il padre sarebbe dovuto andare a prendere il bambino. Può essere stata questa la molla che ha spinto Laura a sparargli due colpi (trattandosi di un fucile automatico si presume che siano partiti in successione e che il secondo sia andato a vuoto) e uno contro di sé: forse il timore che il bambino si legasse troppo al papà, con cui aveva un rapporto gioioso. I fucili, appartenenti al padre della Paoletti, erano in un armadio.