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Malaria, nuovo studio: "Zanzare Anofele in provincia di Trento"

Individuati 87 esemplari del genere responsabile della malattia. Lʼassessore alla Salute: "Ci sono tante specie diverse"

Malaria, nuovo studio:
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La zanzara Anopheles, l'insetto vettore della malaria, è presente anche in Trentino.

Lo ha riferito Luca Zeni, assessore alla Salute della provincia autonoma di Trento, rispondendo a un'interrogazione in aula. Secondo il politico, che cita uno studio della Fondazione Mach di San Michele all'Adige, lo 0,3 per cento degli esemplari campionati appartiene al genere responsabile della malattia. La ricerca potrebbe aprire nuove ipotesi sulla morte della piccola Sofia, colpita dal morbo dopo il ricovero in un ospedale di Trento.

La ricerca - Nell'ambito di un studio sulle “zanzare aliene”, finanziato dalla Provincia, la Fondazione ha effettuato 49 sessioni di campionamento in quattro anni. Tra il 2014 e il 2017, in 18 comuni trentini, i ricercatori hanno catturato 28.375 zanzare, riscontrando la presenza di 87 insetti del genere Anopheles. L'assessore ha sottolineato che, pur non essendoci evidenze che gli esemplari individuati siano in grado di trasmettere la malattia, l'Istituto Superiore di Sanità ha comunque avviato un approfondimento.

Registrati 51 casi di malaria - Negli ultimi cinque anni, in provincia di Trento, sono stati registrati 51 casi di malaria. Tra questi solo due, tra cui appunto quello della piccola Sofia, hanno avuto esito infausto. Ma è presto per trarre conclusioni. "Ad oggi non siamo in grado di indicare quale sia stato il motivo del contagio - ha puntualizzato Zeni - perché le zanzare vengono classificate per specie (circa 3500) e per genere (circa 30)". A sua volta, il genere Anofele è "suddiviso in tante specie diverse che, in base alle loro caratteristiche biologiche, sono più o meno in grado di trasmettere la malaria".

Le ipotesi - La diffusione dei dati sulla presenza della zanzara Anofele in Trentino segue di pochi giorni le dichiarazioni del direttore del Centro di Travel Medecine and Global Health, Walter Pasini, che ha ipotizzato un contagio mediante lo scambio di aghi infetti. Secondo l'esperto, Sofia si sarebbe ammalata durante il ricovero all'ospedale di Trento, mentre nello stesso reparto erano presenti due bimbe colpite da malaria.