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Un'esperta del ministero dell'Economia "vendeva" i segreti fiscali del governo

Secondo i magistrati milanesi ha ricevuto 220mila euro dalla società di consulenza Ernst & Young per rivelare contenuti riservati. Accuse di corruzione anche all'azienda e al senior partner

Un'esperta del ministero dell'Economia "vendeva" i segreti fiscali del governo - foto 1
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Per almeno due anni, dal 2013 al 2015, avrebbe "venduto" ai suoi ex colleghi di Ernst & Young, società di consulenza tributaria, i contenuti delle discussioni sulle normative fiscali all'interno del governo.

Per questo la Procura di Milano ha accusato un consigliere del governo in materia fiscale a partire dalla fine del 2012, di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e false attestazioni sulle qualità personali.

Secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera, l'inchiesta, partita tre anni fa, ha permesso ai pm di ricostruire i legami tra la donna, che prima di essere nominata consigliere del governo Monti era una professionista all'interno del gruppo Ernst & Young, e la società di consulenza. I magistrati hanno così accertato che avrebbe "passato" agli ex colleghi, in cambio di 220mila euro (secondo la procura continuava a ricevere bonifici mensili, quasi come un secondo stipendio), "notizie riservate possedute grazie al suo ruolo istituzionale di membro della segreteria tecnica". Non solo: secondo le accuse, la donna si è anche "resa disponibile a proporre modifiche, a vantaggio di Ernst & Young e dei suoi clienti, alla normativa fiscale interna in corso di predisposizione".

L'accusa di corruzione è rivolta dalla Procura, oltre che al consigliere ministeriale, anche alla società Ernst & Young Italia e al senior partner della stessa società; per quanto riguarda il consigliere, invece, l'accusa di false dichiarazioni deriva dal fatto di aver dichiarato, dopo la nomina ministeriale, di non avere conflitti d'interesse nemmeno potenziali mentre, secondo i magistrati, continuava a ricevere denaro dal suo ed studio tributario.

Ernst & Young: "Per noi nessun reato" - Lo studio legale tributario di Ernst & Young "esclude di essere incorso in qualsiasi voglia ipotesi di reato" ma "è a disposizione dell'autorità giudiziaria per ogni chiarimento e sta conducendo una rigorosa indagine interna che contribuirà a chiarire definitivamente l'assoluta integrità della società". Questo il commento del colosso della consulenza sulle indagini dei pm milanesi sulla vicenda della "talpa" al Mef. 

"Pagamenti frutto di rapporto di collaborazione" - I bonifici di Ernst&Young alla donna, secondo i pm milanesi per ricevere dal consulente notizie riservate sulla tobin tax, si giustificano col fatto che "avevamo un rapporto di collaborazione professionale con la dottoressa coinvolta fin dal 2006". Lo afferma il portavoce del gruppo di consulenza.